L’inverno 2020-2021 è stato ben diverso dal precedente, in quanto influenzato dalle dinamiche di un Vortice Polare che ha mostrato molta più debolezza. L’elemento preponderante è stato lo stratwarming d’inizio Gennaio (ben evidente in rosso sul grafico), che ha mantenuto a lungo fiacco il Vortice Polare.
Ondate di maltempo e freddo si sono così susseguite sull’Emisfero Nord, spesso anche in Europa e a tratti sull’Italia. Lo scenario è però mutato subito dopo metà Febbraio, con il Vortice Polare ritornato a raffreddarsi a partire dalla stratosfera.
Non sono tardate troppo a manifestarsi le conseguenze anche lungo la troposfera e questo ha scandito il ritorno ad un clima più mite nelle ultime settimane. Il rinforzo del Vortice Polare si appresta ora a raggiungere il suo acme, con il rafforzamento del flusso zonale sull’Europa.
Vortice Polare più debole favorevole a colpi di coda invernali
Questa situazione, nonostante il Vortice Polare freddo e compatto in stratosfera, non dovrebbe però perdurare, o perlomeno mostrerà delle fasi contrarie a livello della troposfera. Ci saranno insomma delle probabili fasi alterne fra fasi zonali e più dinamiche.
Un indebolimento del Vortice Polare è atteso proprio da metà marzo, con conseguenti scambi meridiani che dovrebbero riportare un’ondata di freddo anche in Europa. Si nota, dall’indice di Oscillazione Artica (misura la forza del Vortice Polare), il repentino crollo dopo il picco attuale fino a +6 sigma.
La primavera si annuncia scoppiettante, comunque un classico a marzo. La dinamicità potrebbe poi andare a braccetto con l’ultimo riscaldamento della Stratosfera polare, il cosiddetto Final Warming in genere fissato ad aprile. Negli ultimi anni è stato responsabili di finali di primavera particolarmente turbolenti.