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Vulcano si risveglia dopo quasi 1000 anni. Paura a Reykjavik

Un vulcano è tornato in eruzione in Islanda, a circa 40 chilometri di distanza dalla capitale, dopo essere rimasto inattivo per oltre 900 anni. Fontane di lava incandescente sono emerse da una fessura che si è aperta sul terreno, lunga circa 700 metri.

La ripresa dell’attività del vulcano Fagradalsfjall, questo il suo nome non certo facile da pronunciare, è avvenuto dopo uno sciame sismico nelle ultime settimane che ha visto susseguirsi circa 40 mila scosse di piccola e media entità.

Questo vulcano si caratterizza per una piccola montagna che si erge attorno ad un altopiano. Non ci sono crateri veri e propri, ma appunto spaccature sul terreno dalle quali risale in superficie la lava. Queste eruzioni si definiscono di tipo fessurale.

In genere si tratta di vulcani non particolarmente pericolosi e dai caratteri effusivi. L’unica insidia è rappresentata dal percorso delle colate laviche. Non ci sono quindi particolari timori nemmeno per la capitale Reykjavik, da dove lo spettacolo del vulcano risulta ben visibile.

Il vulcano Fagradalsfjall è tornato in eruzione dopo un letargo di quasi un millennio

Un altro rischio da non sottovalutare potrebbe essere rappresentato dalle emissioni di cenere in atmosfera, che può influire non poco sulla circolazione aerea. Tutti più o meno ricorderete quel che accadde una decina di anni fa a seguito dell’eruzione del vulcano Eyjafjöll, con seri problemi al traffico aereo in Europa.

L’isola conta oltre 130 vulcani, fra attivi e inattivi. Sotto l’isola si trovano all’incirca 30 sistemi vulcanici attivi (considerati tali dalla geologia se hanno eruttato negli ultimi 10.000 anni), in tutte le zone del Paese tranne la Vestfirðir. Alcuni, come Hekla e Krafla, hanno eruzioni circa ogni 10 anni.

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