Parte da domani fino a domenica 4 dicembre il Milan Upcycling Weekend: l’evento dedicato alla sostenibilità e alla circolarità del mondo della moda organizzato da Must Had, start-up leader italiana dell’upcycling, nella sede milanese dello Showroom Guffanti (Via Corridoni 37). Nell’occasione sarà annunciato l’ingresso nella start up di Spartan Capital, l’acceleratore d’imprese human innovability.
Durante il Milan Upcycling Weekend saranno presentati più di duecento prodotti unici realizzati da più di venti Refashion Brand della community di Must Had. Nella tre giorni si svolgeranno anche talk e incontri tra il pubblico e i rappresentanti di alcune delle aziende partecipanti. Sabato 3 dicembre alle ore 19 sarà presentata Must Had da Matteo Aghemo, Co-founder & COO e Eugenio Riganti, Co-founder e CEO.
“Con questa iniziativa- dichiara Matteo Aghemo – accendiamo i riflettori sul futuro del mondo della moda. Un futuro in cui sostenibilità e circolarità guideranno il mercato. Le parole d’ordine sono artigianalità e creatività, e questa è l’occasione giusta per toccare con mano la magia dell’upcycling. Must Had abilita le realtà dell’industria della moda per scalare il proprio business model per promuovere la circolarità, dalla supply chain al consumatore.”
Per rendere ancora più interattivo e originale l’evento, Must Had ha chiesto ai visitatori di portare i loro vecchi vestiti inutilizzati e donarli alla community di designer e artigiani di Must Had. “La nostra- – spiega Eugenio Riganti – è una community avanguardista capace di vedere nello spreco una risorsa, che grazie alle proprie competenze ridarà una nuova vita ai capi che verranno raccolti.”
“L’industria della moda- dichiara Alessandra Guffanti, past president GGI Sistema Moda Italia e direttore in Guffanti Showroom- è la seconda più inquinante al mondo e contribuisce significativamente allo sfruttamento di risorse non rinnovabili e al rilascio di enormi quantità di rifiuti tessili nelle discariche e negli inceneritori. Nel 2018 l’UE ha introdotto la responsabilità estesa del produttore (EPR), con il fine di responsabilizzare i brand nel trattamento o smaltimento dei prodotti post-consumo. Anche il tema della raccolta differenziata dei rifiuti tessili è diventato centrale, e tutti i paesi Europei si stanno strutturando per applicare obbligatoriamente questa legge entro il 2025. L’intero principio alla base dell’upcycling, a differenza del recycling, è quello di dare nuova vita a materiali e a capi già esistenti senza distruggerli: è la creatività, in particolare modo, a farli «salire» (up) di livello e rappresentare qualcosa di unico e originale nel guardaroba personale.
Per la formazione di uno stilista oggi è necessario imparare a concepire anche capi che si realizzano a partire da materiali pre-esistenti, sempre con l’ambizione del bello. ”
“Come Spartan Capital- dichiara il Ceo dell’accelleratore Paul Renda- crediamo molto nelle potenzialità di Must Had. Il settore della moda è in grande evoluzione e l’approccio alla circolarità e all’innovazione che la società esprime, rappresentano un interessante percorso evolutivo che siamo sicuri porterà l’azienda a distinguersi come avanguardia in Italia. La volontà di incidere sulla transizione green che hanno Eugenio Riganti e Matteo è fortissima e concreta. Ci piace accompagnare persone di visione realmente interessate a costruire valore tenendo in giusta considerazione i temi sociali ed ambientali”.
“Must Had- dichiara Eugenio Riganti – è un ecosistema che supporta tutte quelle realtà dell’industria tessile e moda che sono interessate a fare della circolarità un valore distintivo grazie a competenze, tecnologie e network. I servizi core offerti vanno dalla definizione della strategia di circolarità alle politiche di approvvigionamento tessile pre e post consumo, all’upcycling dei prodotti e alle attività di go to market online e offline. Le aziende ci chiedono il supporto per la completa gestione delle attività logistiche, per i servizi tecnologici, la possibilità di accedere alla nostra community di artigiani e upcycling designer, i attività di tracciamento della filiera fino ad arrivare al supporto normativo grazie al nostro osservatorio sull’upcycling.”
“La scelta di organizzare questo evento a ridosso del Black Friday- conclude Matteo Aghemo – non è un caso. Infatti, Must Had si allontana dalle dinamiche che incentivano la sovrapproduzione e il sovraconsumo. Il nome della start-up deriva da must-have, un’espressione oggi molto diffusa per indicare qualcosa di cui non possiamo fare a meno e che dobbiamo avere a tutti i costi. Coniando questo modo di dire i fashion brand hanno consapevolmente spinto i consumi oltre ogni limite. Declinando “Have in Had”, vogliamo evidenziare il bisogno di un cambio di paradigma dove il desiderio di possedere e acquistare a tutti i costi si sposta verso ciò che già esiste, adottando scelte più consapevoli come il riutilizzo e la rigenerazione.”