È Atiya Hyder, studentessa del Master “Textile: Design, Innovation, Sustainability” dell’Accademia di Belle Arti Aldo Galli – IED Network di Como, ad aggiudicarsi con l’outfit DIGI-CRAFT – modello che interpreta un concetto di sostenibilità capace di sfidare il tempo – il maggior numero di preferenze della community preloved greenchic.
Si è conclusa dunque con la proclamazione dell’outfit vincitore, l’iniziativa di Epson Upcycling, la moda si fa sostenibile, che ha visto la collaborazione di Accademia di Belle Arti Aldo Galli – IED Network e greenchic. Obiettivo del progetto: coniugare moda, tecnologia e sostenibilità ambientale. Epson ha coinvolto i partner con l’obiettivo di aumentare e diffondere consapevolezza nei confronti della sostenibilità e di come si possa regalare una nuova storia, nell’ottica dell’economia circolare, a capi o oggetti, attraverso l’upcycling creativo.
Tutti gli studenti del master, coordinato dal professor Fulvio Alvisi, sono stati chiamati a interpretare il tema della sostenibilità e a esprimersi creativamente attraverso la realizzazione di modelli ispirati a stili, storie o figure rappresentativi di una cultura rispettosa del Pianeta. Dopo aver selezionato alcuni capi messi a disposizione da greenchic, i ragazzi hanno messo alla prova il proprio estro creativo e le proprie competenze di design con l’ausilio di una stampante a sublimazione Epson SureColor SC-F100, che ha permesso loro di concretizzare le proprie idee e reinventare gli abiti.
DIGI-CRAFT, progetto vincitore della competizione, si ispira alla tradizione artigiana del Pakistan. «Il vestito che ho creato – ha spiegato Atya Hader, la studentessa che ha presentato il modello più votato dalla community di greenchic – vuole essere la rappresentazione di un antico mestiere che in Pakistan è noto come Ajrak, che risale al 1500 a.C.. Ajrak è un metodo di stampa tradizionale (e ovviamente sostenibile) a blocchi di legno che utilizza coloranti naturali quali henné, curcuma, indaco e robbia e che richiede tempo e pazienza. Un artigiano che mantenesse viva questa tradizione sarebbe per me un “Campione di sostenibilità”. Con la mia rivisitazione ho voluto unire tradizione e tecnologia, creando una stampa che lentamente trascolora nel tessuto bianco utilizzando la stampante Epson SureColor SC-F100». Atiya Hyder ha saputo così unire il concetto di ecosostenibilità alla creatività del design e alla tecnologia Epson. Infatti, il modello che richiama un antico mestiere è stato ottenuto grazie alla stampa con SureColor SC-F100, e la combinazione ha dato vita a una creazione del tutto inedita e che ha convinto la community di greenchic nel decretarne la vittoria.
La sostenibilità è da sempre un tema chiave della visione di Epson, e questa iniziativa è stata immaginata per essere un tassello del più ampio impegno dell’azienda. L’upcycling rappresenta proprio uno degli aspetti della sostenibilità nel campo della moda e il progetto, riscrivendo il destino di un abito e portandolo a nuova vita, ne incarna il significato, che aderisce perfettamente agli sforzi e alle altre azioni intraprese da Epson in questa direzione. La scelta di fornire una stampante Epson SureColor SC-F100 rispecchia tale filosofia, poiché garantisce un consumo energetico ridotto, insieme alle caratteristiche di affidabilità e facilità di utilizzo.
«Con questo progetto abbiamo voluto dare ulteriore prova di come la tecnologia Epson possa essere messa al servizio della sperimentazione e delle idee di design più innovative con ottimi risultati» dichiara Renato Sangalli, C&I Head of Sales Manager di Epson. «Siamo felici di aver collaborato con Accademia Galli – IED di Como, che ha coinvolto gli studenti in questa bellissima iniziativa che ha saputo coniugare valori importanti della storia di Epson: creatività e sostenibilità. La stampa a sublimazione Epson li rappresenta pienamente: infatti, essa è in grado di offrire prestazioni tecnologiche di altissimo livello permettendo, allo stesso tempo, di ridurre l’impatto sull’ambiente in termini di processo produttivo ed energetico. L’adesione di due partner di eccellenza come Accademia Galli/IED e greenchic ha confermato tale direzione. I capi possono essere trasformati grazie all’upcycling che, in questo caso, è stato del tutto speciale perché ispirato dalle idee degli studenti e ottenuto grazie alla realizzazione delle loro idee attraverso la tecnologia di Epson SureColor SC-F100».
«Sostenibilità, creatività e innovazione sono tre valori molto importanti per greenchic ed è stato con molto entusiasmo che abbiamo aiutato Epson e gli studenti dell’Accademia Galli – IED di Como a realizzare i loro progetti di outfit creativi e sostenibili fornendo la materia prima: vestiti usati da trasformare in qualcosa di nuovo ed unico», dichiara David Erba, CEO e Co-founder di greenchic. «E’ fondamentale che i futuri designer della moda abbiano a cuore l’impatto ambientale e sociale delle loro scelte. La moda del terzo millennio deve essere progettata per favorire il riuso ed il riciclo e questo progetto upcycling è un esempio perfetto di quello che si può fare per allungare la vita dei capi d’abbigliamento».
Nicoletta Castellaneta direttrice dell’accademia Galli – IED Network aggiunge: «Una recente indagine del Censis mette in evidenza come il 68% degli italiani ritenga che la sostenibilità sia un tema prioritario oggi e, inoltre, come il 63% di coloro che hanno un’alta scolarizzazione sia al corrente degli investimenti basati sui criteri che la regolano. Credo che ognuno di noi, per quanto gli compete, abbia ormai capito che la strada per affrontare le nuove sfide della produttività deve passare attraverso il contenimento dello spreco, uno dei temi della sostenibilità. Per i nostri studenti del Master è sicuramente stata una grande opportunità poter verificare tutto questo con una esperienza diretta, attraverso la tecnologia di Epson e la disponibilità di greenchic».