Dal 5 al 13 gennaio prossimi la Loggia della Gran Guardia a Padova ospita “nereidi e altre cosmogonie”, la personale del maestro Nereo Petenello curata da Barbara Codogno e Carla Ravazzolo.
<<Il nome dell’artista – spiega Carla Ravazzolo – ha generato la fortunata associazione con alcune figure della classicità, in particolare le Nereidi, che nel mito identificano le ninfe dei mari. Non sono tutte ninfe, come nel mito, le donne di Nereo. Sono regine, ancelle, muse, donne dimezzate o doppie a seconda dei casi della vita, alla vigilia di scelte definitive, benevole o furenti>>.
<<Considero un privilegio – prosegue Ravazzolo – aver potuto giocare con queste opere. Selezionare il mito, attualizzarlo o reinterpretarlo in forma contemporanea è prassi antica; qui forse sono andata oltre, in modo consapevolmente arbitrario: ho scelto e isolato piccoli e talvolta secondari aspetti di figure che la tradizione ci ha consegnato e li ho resi unica caratteristica delle donne qui raccolte. Una galleria di idee che aspettavano solo di essere scritte>>.
Le figure femminile al centro dei lavori del maestro Petenello
<<Questa mostra – dice l’Assessore alla Cultura Andrea Colasio – vuole rendere omaggio a un artista padovano eclettico e poliedrico che continua a sperimentare nuove vie e che è riuscito, superando i limiti dei materiali che lavora, a sublimare idee e concetti al di là dello spazio fisico>>.
<<Il percorso espositivo si dipana in tre sezioni – spiega Barbara Codogno – tre nuclei narrativi: l’indagine che Petenello conduce verso la figura femminile. Quindi un accenno alle sue tantissime sculture in resina: quelle scelte ammiccano al suo lavoro di designer sia per l’utilizzo dei materiali, le resine, che per gli stilemi collocabili negli anni ’60 e ’70. Le opere qui raccolte sono caratterizzate da lingue di fuoco rosso che si alternano a movimenti di nero assoluto. Sembrano uscite da un Athanor, il forno alchemico, nel quale la materia si sta forgiando. Quelle di Nereo sono fiamme mistiche, magiche, prometeiche. Due sculture infatti titolano Fenice, un omaggio all’uccello di fuoco>>.
La terza e ultima sezione propone invece tavole di grandissime dimensioni: esplosioni materiche su campiture nere, metafisiche.
La figlia del maestro: mio padre ha sempre creato qualcosa con la mente proiettata alla successiva
La figlia, Cristina Petenello, nel libro/catalogo Nereidi (Cleup 2023) racconta: <<Da quando ho ricordi ho sempre visto mio padre intento a creare qualcosa: giocattoli, ceramiche, dipinti, sculture… Lo rivedo concentrato su un oggetto o una figura mentre la mente è già proiettata all’idea successiva e lo sguardo indugia sulle opere precedenti, considerate mai del tutto concluse e spesso trasformate negli anni, quasi cresciute assieme a lui. Eclettico e sperimentatore, lo ritrovo nella memoria immerso in cicli necessariamente brevi, per dare la possibilità a un nuovo colore o materiale di entrare nel suo mondo. Oggi ancora mi stupisce la sua immutata capacità di guardarsi attorno con gli occhi del bambino curioso, di raccogliere il legno abbandonato, l’oggetto rifiutato e di trasformarli in un pensiero e in una storia. Una lunga storia>>.
Nota biografica sul maestro Petenello
Dall’immediato dopoguerra è a Padova. E’ stato direttore artistico e tecnico di Jolly Ceramica. Ha esposto in numerosissime mostre personali e collettive fra le quali due edizioni della biennale internazionale del bronzetto a Palazzo della Ragione; sue opere si trovano ai Musei Civici di Padova, in particolare una statua in bronzo nei giardini dell’Arena; di recente l’artista è stato insignito del titolo di “Padovano Eccellente”, per il contributo dato mediante la sua opera al recupero e al mantenimento della cultura cittadina.
Info sulla mostra
Padova, Sala della Gran Guardia: 5 – 13 gennaio 2024
Ingresso libero
orario 9.30-12.30 / 15-18
Giorno di chiusura: lunedì non festivi