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Oh donna chi sei, mostra-evento contro la violenza sulle donne

Dal 13 novembre al 18 dicembre

Loriano Aiazzi e Sergio Monari, entrambi scultori di lungo corso e dal curriculum
internazionale, con partecipazioni anche alla Biennale di Venezia, saranno i protagonisti di Oh
donna chi sei, mostra-evento contro la violenza sulle donne che verrà inaugurata sabato 13
novembre, alle ore 17, alla Biblioteca Sormani. Il titolo è ispirato a un verso del poeta siriano Nizār
Tawfīq Qabbānī (1923-1998) sublime cantore dell’amore del Novecento arabo. Dalla mitologia
della Grecia classica alla società contemporanea, – spiega il curatore – la figura della donna è
sempre stata centrale per il progresso civile dell’umanità. Purtroppo la donna ancora oggi non gode
del dovuto rispetto, così come non esiste la democrazia di genere e, nei fatti, le pari opportunità
sono soltanto un concetto retorico, mentre la vergognosa piaga della violenza sulle donne occupa le
pagine dei quotidiani. Con violenza non s’intende soltanto quella fisica, ma anche quella, più
subdola, psicologica e morale. Per questo progetto, che sin dal titolo vuole indagare la personalità
femminile, il curatore della mostra ha voluto due scultori, anziché due scultrici, per sottintendere
che è l’uomo a dover cambiare atteggiamento e mentalità, a dover mettersi in gioco e ad ammettere
le proprie responsabilità, in un momento in cui la violenza sulle donne è sempre di strettissima
attualità.
Aiazzi e Monari interpretano rispettivamente Euriclea e Medea, due differenti, ma fondamentali,
espressioni della personalità femminile, grazie alle quali l’umanità ha potuto progredire nei secoli.
Oh donna chi sei cerca quindi di stimolare una riflessione attraverso l’arte contro quella che può
essere definita una vergogna sociale. Come nota Lucarelli, «dalle sculture di Aiazzi e Monari
scaturisce l’immagine di una donna fiera e libera, dolce e appassionata, un’amazzone e una vestale,
che alberga in sé molteplici potenzialità, intuizioni, entusiasmi, sentimenti, sempre pronta a
donarli agli altri in nome di un istinto materno esteso alla sua massima portata. Eppure, nella
mancata alleanza fra uomo e donna risiedono problematiche che l’umanità si trascina da almeno
due millenni, e la violenza sulle donne – non soltanto quella fisica, ma anche quella, più subdola,
psicologica e morale – è purtroppo una tematica di vergognosa attualità».
La mostra è accompagnata da una brochure a cui ha collaborato il critico d’arte Luca Sposato, che
nel suo scritto sottolinea come «effigiare la Donna sia un rituale, un atto spirituale che affonda le
radici all’origine della Coscienza, alla nascita dell’arte: perpetuarlo significa intimamente evocare il
principio dell’umanità stessa, concetto troppo spesso diluito nell’attuale società individualista e
misogina, macchiata spesso di inadempienza. Proprio per sopperire questa mancanza, la rilettura
del mondo classico è la chiave di volta indispensabile a predisporre un futuro compiuto e stabile,
caricando l’eredità di un passato che non vuole essere oggetto nostalgico ma supporto di
consapevole responsabilità, sia artistica, sia sociale».
La mostra si avvale della sponsorizzazione tecnica di Signal srl, azienda toscana di cartellonistica
pubblicitaria, ed è visitabile gratuitamente fino al 18 dicembre, nel rispetto delle normative
sanitarie, dal lunedì al sabato, dalle ore nell’orario di apertura della biblioteca: lunedì 14.30-19.30 |
martedì-venerdì 9.30-19.30 | sabato 10-18. Accesso con Green Pass.

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