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Teatro e alta moda: Adelaide Ristori, una vita e una carriera eccezionali raccontate dai costumi di scena

Mostra dedicata alla più grande attrice dell'800

Per celebrare il bicentenario della sua nascita, Genova le dedica l’importante mostra “I costumi di Adelaide Ristori. Teatro e alta moda”, sotto la regia del Museo Biblioteca dell’Attore, a cura di Livia Cavaglieri, Danila Parodi e Gian Domenico Ricaldone, con il coordinamento di Paola Lunardini, che resterà aperta a Palazzo Nicolosio Lomellino fino al 22 gennaio 2023.

Adelaide Ristori fu la prima attrice italiana a occuparsi con attenzione e precisione dei propri costumi, progettandoli essa stessa oppure affidandone la realizzazione a celebri sarti, non solo teatrali. L’attrice impose l’uso di servirsi di costumi ideati ex novo per ogni spettacolo, in un’epoca in cui era d’uso riutilizzare gli stessi costumi, con minimi adattamenti, per spettacoli diversi.

Contribuì al successo del suo stile la scelta di affidarsi a Charles Frederick Worth, primo stilista ad introdurre le strategie del futuro fashion system, facendo sfilare i modelli in anticipo rispetto alla stagione avvalendosi di indossatrici e firmando gli abiti, apponendo un’etichetta con la sua griffe.

Tra gli altri, Adelaide Ristori si avvalse anche di Delphine Baron, figurinista del Teatro dell’Opéra di Parigi e stilista per Maison Moreau, e del pittore romantico Ary Scheffer.

Adelaide Ristori fu dunque pioniera nel saldare il mondo del teatro con la nascita dell’haute couture, sistema economico e creativo incentrato sulla riproducibilità dei modelli di sartoria d’alta qualità.

La mostra fa parte di un ampio calendario di eventi e iniziative nell’ambito del progetto “Adelaide: 200 anni sulla scena”, che comprende lo spettacolo teatrale Lady Macbeth. Suite per Adelaide Ristori (con Elisabetta Pozzi, regia di Davide Livermore e drammaturgia di Andrea Porcheddu, produzione Teatro Nazionale di Genova) e il convegno internazionale Adelaide Ristori e il Grande Attore, a cura delle Università di Genova e Milano-Statale.

La ricorrenza è stata inserita dall’UNESCO nel suo prestigioso programma “Anniversari 2022- 2023”.

Motore del progetto è il Museo Biblioteca dell’Attore (MBA), che conserva il Fondo Adelaide Ristori, oggetto di un recente riordino promosso dalla Soprintendenza archivistica e bibliografica della Liguria. Al suo fianco il Comune di Genova, il Teatro Nazionale di Genova e il Dipartimento di italianistica, romanistica, antichistica, arti e spettacolo (DIRAAS) dell’Università di Genova, partner d’eccezione per un’iniziativa che vuole accendere i riflettori sulle diverse anime di Adelaide Ristori: non solo grande attrice, ma anche ambasciatrice dell’idea risorgimentale ed esempio di imprenditrice, viaggiatrice, icona di stile.

La mostra è realizzata con la collaborazione dell’Associazione Palazzo Lomellino, con il contributo di Regione LiguriaCamera di Commercio di GenovaEsselunga – sponsor istituzionale del Comune di Genova, Fondazione CARIGE. Si ringraziano la Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO e l’Associazione per la Commissione Nazionale UNESCO – Italia Onlus per il contributo offerto a sostegno dell’iniziativa.

La mostra di Palazzo Nicolosio Lomellino presenta dodici costumi di scena, ai quali sono affiancati materiali d’archivio (lettere, locandine, manifesti, bozzetti, fotografie), che fanno parte del Fondo Adelaide Ristori.
Il progetto espositivo amplifica la teatralità degli ambienti di Palazzo Lomellino: l’abito di scena torna a prendere vita in un palazzo nobiliare che con tutta probabilità Adelaide Ristori ebbe modo di visitare nei suoi soggiorni a Genova.

Il costume teatrale è un oggetto fragile, che raramente sopravvive all’usura, al deperimento e alla dispersione. Fra le intuizioni geniali della Ristori c’è stata anche quella di conservare abiti di scena, corredati da pezzi di vestiario sciolti, scarpette, gioielli, ventagli e oggetti”, spiegano i curatori. “Se già per la rarità del materiale la collezione Ristori rappresenta un caso eccezionale, la bellezza degli abiti, il pregio delle stoffe, la raffinatezza delle lavorazioni, la qualità sartoriale complessiva e l’unicità dei pezzi rendono questo lascito davvero straordinario.

 

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