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Allarme guida autonoma. Ecco i pericoli (mortali) dell’abuso

MILANO – Guido io o guidi tu? La domanda apparentemente banale rischia di diventare di strettissima attualità se l’interlocutore è la nostra macchina, alla quale è attribuito un certo livello di guida autonoma o anche soltanto di “assistenza alla guida”.
Alcuni episodi, più o meno recenti, hanno riportato una serie di “leggerezze” commesse da clienti di auto dotate di sistemi automatici; spesso attribuiti a utenti Tesla che del fatto di essere avanzatissima nei suoi sistemi ha fatto un vanto. Ma attenti a non esagerare. Anche per questo nell’ambito dei test EuroNCAP è entrata la valutazione dei dispositivi ADAS (Advanced driver-assistance systems).
Certo è legittimo che chi ha comprato un’auto sofisticata e costosa, e ha pagato tutte quelle meraviglie tecnologiche che ci stanno dentro, voglia provare la soddisfazione di usarle invece di guidare come se non ci fossero. Il problema nasce dal fatto che se qualcuno, trascinato dall’entusiasmo o dalla voglia di postare il filmato dell’auto che va da sola, ne abusa succedono cose terribili
Abbiamo visto gente schiantarsi perché guardava un film o giocava con il tablet, oppure qualcuno che dormiva affidandosi (ciecamente, è il caso di dirlo) all’intelligenza della propria auto. Che intelligente è, ma a responsabilità limitata perché l’elettronica fa cose straordinarie che l’uomo non può fare e molte altre le fa comunque meglio, ma non è (ancora) un uomo nel senso dell’intelligenza creativa capace di adattarsi a tutto quello che la “macchina” non ha previsto.

Elon Musk ha annunciato l’arrivo di una nuova generazione del suo Autopilot, ma intanto i nuovi test specifici effettuati da EuroNCAP (Assisted Driving 2020), pur sottolineando l’eccellenza dell’assistenza alla guida, hanno attribuito alla Model 3 solo 2 stelle su 4 (valutazione: moderata) a causa delle difficoltà in situazioni impreviste come la manovre per evitare gli ostacoli.
Bisogna intendersi: un conto è avere la totale responsabilità della guida, un conto avere qualcuno che ti dà una mano e in questo caso è fondamentale sapere esattamente chi fa che cosa: “questo lo fai tu e questo lo faccio io”, in una precisa suddivisione dei compiti. Un po’ come capita con il cambio automatico (tu pensa al volante, all’acceleratore e al freno che a cambiare e alla frizione ci penso io) e  sappiamo tutti che funziona benissimo.
A oggi i sistemi più evoluti hanno la possibilità di seguire un percorso per conto proprio, ma con una premessa ben chiara: sei tu che guidi, io posso avvertirti se sbagli, ma senza nessuna responsabilità.Fonte www.repubblica.it

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