ROMA – Le auto elettriche potrebbero presto costare meno. Secondo un rapporto della società di ricerca energetica BloombergNEF (New Energy Finance), nel 2023 il prezzo delle batterie, la componente che grava maggiormente sul listino finale di queste, scenderà infatti vicino alla soglia di 100 dollari a kWh. Per poi calare ulteriormente, quando la domanda cumulativa supererà i 2 TWh nel 2024, consentendo di equiparare nel mercato le vetture con la spina ai modelli di pari potenza spinti da motorizzazioni termiche. Una cosa davvero impensabile nel 2010, quando le batterie superavano i 1.100 dollari per kilowattora, e ancora oggi non possibile essendo il costo ancora troppo elevato pur se sceso rispetto a 10 anni fa di circa l’89%.
A giocare un ruolo primario nell’abbassamento dei prezzi delle batterie non sarà, stando alla ricerca di BNEF, solo la crescita esponenziale degli ordini. Ma anche un’evoluzione delle tecnologie impiegate nella loro costruzione con catodi in grado di permettere un’elevata densità di energia. Come pure l’impiego di accumulatori allo stato solido, che hanno un costo di produzione inferiore del 40% rispetto a quelli attuali agli ioni di litio, già allo studio di diverse aziende tra cui Toyota, Volkswagen e Nissan.
Molte case automobilistiche hanno poi in uso piattaforme specifiche per i veicoli EV grazie alle quali si arriverà presto ad una completa standardizzazione dei pacchi batteria sui vari modelli. E la maggior parte dei costruttori sta aprendo impianti nei quali fabbricare in proprio le celle, evitando l’importazione di queste dall’estero.
Il calo delle batterie, che nel 2030 varranno secondo le ultime stime un mercato di 116 miliardi di dollari l’anno, consentirà anche una espansione della elettrificazione nella mobilità. Portando ad esempio a un maggiore impiego di prolusioni a zero emissioni sui veicoli commerciali, come i furgoni per le consegne, grazie a una differenziazione nelle specifiche delle celle. Cosa quest’ultima che quest’anno ha permesso per la prima volta nella storia di registrare prezzi inferiori ai 100 dollari per kWh nelle batterie di alcuni autobus elettrici impiegati in Cina.
A questo punto non resta allora che attendere e vedere se quanto ipotizzato da BNEF risponderà alla realtà. Secondo James Frith, uno dei responsabili della società, anche se si dovesse verificare lo scenario peggiore, ad esempio un aumento incontrollato dei prezzi delle materie prime come nel 2018, lo scenario previsto nel report verrebbe comunque solo ritardato di un paio d’anni.
Fonte www.repubblica.it