“Primi giorni di settembre del 1970. Luglio 1979. Sono queste le coordinate cronologiche all’interno delle quali si dipanano quattordici racconti, quattordici storie ambientate nel mondo delle corse degli anni Settanta. In una Formula 1, in particolare, dove la vita era appesa a un filo, dove i piloti uscivano di casa il giovedì senza sapere se vi avrebbero fatto ritorno la domenica sera e dove i figli chiedevano alle madri quando i loro padri sarebbero morti poiché, dicevano, tutti i papà che corrono in auto prima o poi muoiono”: così Luca Dal Monte presenta il suo nuovo libro “Belli e dannati, Vivere e morire nella Formula 1 degli anni 70” (Giunti- Giorgio Nada editori, 24 euro, 280 pagine). Un romanzo frutto della fantasia dell’autore, dove si parla poco di corse ma molto di piloti e delle loro donne. Quindi del lato più divertente delle competizioni.
Non manca però una profonda esplorazione del lato più buio delle corse. Le paure, gli incubi di uomini e donne del “circus”. Senza “spoilerare” contenuti e trama (basta poco perché il libro si legge tutto d’un fiato), possiamo dire che è molto interessante la ricostruzione – questa vera, non frutto di fantasia – dell’aspetto psicologico che spinge le belle donne a legarsi ai piloti: non sono i soldi o la fama, ma l’attrazione per un mondo cattivo, pericoloso, con la morte sempre dietro l’angolo. Da qui il titolo “Belli e dannati”, da qui anche la scelta della copertina nera. Negli anni Settanta la F1 era proprio questo. E Dal Monte in quattordici storie, lo racconta alla perfezione.
Fonte www.repubblica.it