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Biometano e idrogeno, l’altra faccia della rivoluzione verde in Italia

ROMA – Non solo elettrico. Nei prossimi anni la rivoluzione verde dei trasporti sarà affidata in Italia anche al biometano e all’idrogeno, che giocheranno un ruolo chiave nel raggiungimento dei target di decarbonizzazione europei. Il biometano da utilizzare subito, come misura tampone fino alla totale autonomia dai combustibili fossili; l’idrogeno da sviluppare entro il 2030 con la ricerca, per produrre l’energia del futuro a zero emissioni. In sostanza è questo lo scenario tracciato dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) in tema di mobilità sostenibile.

Incentivare il biometano nei trasporti 

In particolare lo sviluppo del biometano, ottenuto massimizzando il recupero energetico dei residui organici, è considerato strategico per il potenziamento dell’economia circolare. Tra gli investimenti indicati dal Pnrr c’è quindi ‘’la promozione della sostituzione di veicoli meccanici obsoleti e a bassa efficienza con veicoli alimentati a metano/biometano’’. Oltre che la ‘’riconversione e il miglioramento dell’efficienza degli impianti biogas agricoli esistenti’’ e il ‘’supporto alla realizzazioni di nuovi impianti, attraverso un contributo del 40% dell’investimento’’.  

Puntare sull’idrogeno per il trasporto pesante e  ferroviario                                                        

Ma in tema di transizione ecologica, il capitolo più ampio del Piano riguarda l’idrogeno, con l’obiettivo di installare entro il 2030 circa 5 GW di capacità di elettrolisi e altre tecnologie. Nella visione dell’Esecutivo l’idrogeno è un elemento chiave per la lotta alla CO2 anche per la mobilità. In particolare per il trasporto a lungo raggio su autocarri, responsabile da solo del 5-10% delle emissioni totali di anidride carbonica del settore trasporti. L’obiettivo del Pnrr è quello di raggiungere entro il 2030 fino al 5-7% di autocarri a idrogeno, ‘’promuovendo la creazione di stazioni di rifornimento a base di idrogeno e implementando i progetti di sperimentazione delle linee a idrogeno’’. L’obiettivo è ‘’sviluppare circa 40 stazioni di rifornimento, dando priorità alle aree strategiche per i trasporti stradali pesanti’’. I distributori saranno adatti per camion e auto, funzionanti anche a pressioni di oltre i 700 bar. Anche nel trasporto ferroviario passeggeri si punterà sull’idrogeno, soprattutto dove l’elettrificazione dei treni non è tecnicamente fattibile o non competitiva. In particolare si prevede la conversione a idrogeno delle linee ferroviarie non elettrificate in regioni con elevato traffico passeggeri e forte utilizzo di treni diesel (in Italia sono ancora circa il 10%), come: Lombardia, Puglia, Sicilia, Abruzzo, Calabria, Umbria e Basilicata. Il progetto include ‘’la produzione di idrogeno verde in prossimità delle stazioni di rifornimento’’, attraverso lo sviluppo dei sistemi di produzione, stoccaggio e distribuzione. Grazie a questi investimenti, sarà possibile convertire circa 9 stazioni di rifornimento su 6 linee ferroviarie. Si prevede pertanto l’istituzione di ‘’incentivi fiscali per sostenere la produzione di idrogeno verde, incluso in un progetto di più ampia revisione generale della tassazione dei prodotti energetici e delle sovvenzioni inefficienti ai combustibili fossili’’.

Rafforzare trasporto pubblico locale e piste ciclabili                                                     

Il Piano si pone anche l’obiettivo ‘’di promuovere la produzione locale e l’uso di idrogeno nell’industria e nel trasporto locale, con la creazione delle cosiddette ‘hydrogen valleys’, aree industriali con economia in parte basata sull’idrogeno. Per contenere i costi verranno utilizzare aree dismesse già collegate alla rete elettrica. In tema di trasporto locale il Pnrr si pone anche l’obiettivo di ‘’spostare almeno il 10% del traffico su auto private verso il sistema di trasporto pubblico’’ tramite lo sviluppo di sistemi di trasporto rapido di massa. La misura prevede la realizzazione di 240 km di rete attrezzata per le infrastrutture, suddivise in metro (11 Km), tram (85 Km), filovie (120 Km), funivie (15 Km), principalmente sulle aree metropolitane e nelle maggiori città italiane. Sempre per alleggerire il traffico di auto private si prevede anche la realizzazione di circa 570 Km di piste ciclabili urbane e metropolitane e di circa 1.250 Km di piste ciclabili turistiche. ‘’La misura ha anche l’obiettivo di migliorare la coesione sociale a livello nazionale, con il 50% delle risorse destinate alle Regioni del Sud’’.

Fonte www.repubblica.it

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