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Bugatti La Belle Epoque, supercar del futuro

ROMA – Guardando al passato del mondo automotive, uno dei titolari del termine “visionario” sarebbe sicuramente Ettore Bugatti. La sua concezione di automobile è sempre andata ben oltre gli standard dell’epoca in cui è vissuto e ha consegnato alla storia modelli incredibili sia sotto il profilo delle performance, sia dal punto di vista del design. Un esempio della sua creatività arriva dalla celebre Type 41, il cui prototipo vide la luce nel 1926 e fu sottoposto a svariati test dallo stesso Bugatti, e poi realizzato in soli sei esemplari passando alla storia come “Royale” per via della sua maestosità che ne faceva un modello ideale per re e imperatori. Ebbene, prendendo spunto da quell’auto spettacolare un giovane studente coreano di Seoul, appassionato di cardesign, ha realizzato un’originale interpretazione in chiave futuristica, battezzata “La Belle Epoque”. Un prototipo virtuale realizzato per riportare in vita la “grandeur” di quell’epoca sfarzosa e ormai lontana.

La concept car immaginata dal talentuoso aspirante designer (nella pagina del suo progetto spiega che è alla ricerca di opportunità di stage) spicca un design a goccia con ruote anteriori coperte con parafanghi aerodinamici separati dal corpo principale, proprio come i modelli degli anni ’20 e una silhouette capace di  trasmette la stessa forza e la stessa esclusività delle supercar Bugatti di oggi. Troviamo poi la mascherina a ferro di cavallo che domina il frontale, ben raccordata a una carrozzeria in cui una grande bolla di vetro ricopre interamente l’abitacolo e si estende verso la parte posteriore, per un look dall’equilibrato mix tra futuribile e retrò. Come in tutte le Bugatti, anche ne La Belle Epoque la linea a C si ritrova come stilema in molti elementi, comprese le enormi portiere a farfalla che, una volta aperte, rivelano i curatissimi ed essenziali interni. Il legame con la storia è testimoniato poi anche nelle ruote in lega, che riproducono la forma dei cerchi della Royale originale, mentre la parte posteriore, seppure con una classica forma a goccia, punta decisamente avanti con l’immaginazione. Il logo con le iniziali “EB” è presente anche nella parte posteriore e al centro delle ruote, mentre il caratteristico stemma ovale rosso lo ritroviamo sulla grande griglia anteriore a ferro di cavallo.  Insomma, quello del giovane Hojin Choi è sicuramente un pregevole esercizio di stile nel campo del graphic design e chissà se potrà fornire qualche spunto interessante per la prossima supercar della casa di Molsheim.

Fonte www.repubblica.it

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