ROMA – Nonostante le restrizioni dovute alla pandemia da Sars-CoV-2 il settore caravan e camper continua a guadagnare terreno. Un successo che si ripercuote sia sulla produzione, sia sul numero di utilizzatori di questo mezzo che permette maggiore libertà di movimento e un contatto più stretto con la natura. I numeri del comparto confermano questa tendenza che ormai prosegue da diversi anni. In tal senso, basti pensare che lo scorso anno l’aumento delle immatricolazioni in Europa è stato a doppia cifra con quasi 250.000 veicoli nuovi immatricolati, tra camper e caravan. La Germania si è confermata primo mercato nel Vecchio Continente e le aziende italiane esportano oltre l’80% della propria produzione (più del 50% della produzione è destinato proprio al mercato tedesco).
“L’utilizzo del camper e della caravan per fruire del proprio tempo libero non è una moda passeggera – spiega Ludovica Sanpaolesi de Falena, direttore generale Associazione produttori caravan e camper (Apc) – Possiamo tranquillamente affermare che si tratta di un megatrend che si è imposto in tutta Europa e sta cominciando a diffondersi in modo ampio anche in Italia. Ce lo dicono i dati: dal 2015 a oggi, le immatricolazioni di camper e caravan europee sono aumentate di oltre il 22%. Tutti gli indicatori dicono che la crescita del comparto continuerà. Le aziende italiane hanno assunto direttamente negli ultimi mesi quasi 1.000 persone. Diverse aziende stanno costruendo nuovi stabilimenti o ampliando stabilimenti esistenti. Il successo del camper è destinato a durare perché il camper interpreta il cambiamento della società ed offre soluzioni ottimali alle nuove necessità delle persone. Indubbiamente, la pandemia ha fatto percepire il camper come il mezzo più sicuro per viaggiare: si ha il proprio bagno, la propria cucina, si viaggia solo con i propri cari. Questo ha portato ad un aumento rilevante della domanda. Ma la tendenza alla crescita era già presente prima della pandemia. Le aziende produttrici hanno dovuto inventarsi modalità sicure per aumentare la produzione. E farlo in tempo di Covid con tutte le necessarie misure anti-virus, è stata una sfida notevole. Vinta”.
Insomma, nonostante le sei settimane di stop forzato degli stabilimenti causa Covid-19, i produttori italiani sono riusciti a incrementare la produzione 2020 dell’1,1% rispetto all’anno precedente, realizzando un fatturato di oltre 800 milioni di euro e sfornando più di 20.000 camper e i primi mesi del 2021, secondo Apc, indicano che l’aumento di produzione sarà molto maggiore per l’anno in corso. Ma quali sono i motivi che hanno portato all’aumento della domanda nel comparto caravan e camper?
“I motivi sono diversi ed hanno matrice culturale – aggiunge Sanpaolesi – Una prima motivazione risiede nella voglia di libertà e indipendenza che solo l’utilizzo del camper può consentire: niente prenotazioni, si parte quando si vuole, si cambia percorso e meta a piacere. Anche la voglia di essere vicini alla natura è una forte motivazione, e poi la flessibilità che regala il camper è impagabile: con il camper si può anche fare smart working mentre ci si trova in una foresta e – magari – il giorno dopo su una spiaggia o in uno splendido borgo. I camper sono oggi dotati di tutti i comfort, sono quindi comodissimi. In più, regalano la sensazione di libertà. Tra i motivi del successo del camper vi è anche la tendenza sempre più sentita di conoscere e vivere nuove esperienze, anche di prossimità, in un ambito di slow-travel o turismo dolce. E, ancora, consentono di portarsi sempre dietro il proprio amico a quattro zampe. Molti sportivi, infine, lo utilizzano per spostarsi durante allenamenti e gare. Riassumendo, il successo del camper è dovuto ad un insieme di fattori, sociali, tecnologici e culturali, che incarnano il grande cambiamento che stiamo vivendo. E’ un mezzo che ci accompagna verso la società del futuro”.
Fonte www.repubblica.it