ROMA – In Italia quello dei prezzi elevati dei carburanti è un tema caldo, ampiamente dibattuto, che però fino a oggi non ha trovato nessuna soluzione, anche perché rappresenta una fonte di reddito non indifferente per lo Stato. Costi che, come evidenziato da Massimiliano Dona, presidente dell’Unione nazionale consumatori “Nonostante il crollo dei consumi delle famiglie, i rincari della benzina, salita in un solo mese del 2,1%, del gasolio (+2,4%), del gasolio da riscaldamento (+2%) e altri carburanti (+2,3%) fanno da traino all’inflazione”.
Inflazione a parte, il Belpaese è salito sul podio dei paesi più cari d’Europa per i prezzi dei carburanti e, in base agli ultimi dati aggiornati forniti dalla Commissione europea, occupa la terza posizione in classifica per il prezzo del gasolio, e la quinta per quello della benzina. Una performance poco invidiabile evidenziata da Assoutenti, l’associazione dei consumatori specializzata nel settore dei trasporti, che ha elaborato uno studio mettendo a confronto i prezzi dei carburanti in Europa analizzando i listini con e senza tasse. Con una media di 1,444 euro al litro l’Italia è dunque al terzo posto nel Vecchio Continente per il prezzo del gasolio, superata solo da Svezia e Finlandia, mentre per la benzina, il nostro Paese con un prezzo alla pompa di 1,577 euro al litro è al quinto gradino alle spalle di Paesi Bassi, Danimarca, Finlandia e Grecia.
Una situazione che viene però nettamente stravolta nell’analisi dei prezzi dei carburanti scorporati dalla tassazione poiché, in questo caso, l’Italia figura agli ultimi posti della classifica europea, ovvero al ventesimo posto (su 27 Paesi) per il gasolio, e al diciottesimo per la benzina. All’atto pratico, rispetto alla media Ue, questo significa che un italiano paga la benzina l’8,9% in più, con un maggiore esborso pari a 6,5 euro a pieno e addirittura l’11,2% in più per il gasolio (+7,2euro a pieno).
“Questi numeri dimostrano ancora una volta come gli automobilisti italiani subiscano una tassazione abnorme sui carburanti, con Iva e accise che oggi pesano per il 64,5% sulla benzina e per il 61% sul diesel – sottolinea Furio Truzzi, presidente Assoutenti – Una pressione fiscale che non solo fa schizzare l’Italia ai primi posti in Europa per il caro-carburante, ma danneggia la collettività determinando rincari sia per i rifornimenti, sia per i prezzi al dettaglio di una moltitudine di prodotti che viaggiano su gomma. Per questo Assoutenti chiede al Governo Draghi di intervenire su quella parte di tassazione composta da accise obsolete risalenti al secolo scorso, e che nonostante le promesse nessun Governo ha avuto il coraggio di abbattere”. (m.r.)
Fonte www.repubblica.it