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Cashback, dal carburante al tagliando ecco i rimborsi per l’auto

ROMA – Se avete bisogno di una messa a punto dell’auto, o del pieno di carburante – anche se di questi tempi è meglio stare a casa – ora potete contare sul cashback di Natale. Sì, anche le spese (non tutte ma quasi) per vetture rientrano nella procedura voluta dal governo per accendere la fiammella degli acquisti ed invertire la rotta per i negozi o attività “fisiche”. Nel senso che il cashback vale ma solo se i servizi o i beni richiesti vengono pagati direttamente sul posto, ovvero, niente acquisti internet.

Per fortuna il meccanico ha bisogno di contatto fisico, così come il pieno di carburante che per il momento o lo si fa al distributore oppure si resta a secco. Il cashback, dunque, comprende le spese di gestione o manutenzione degli autoveicoli, dal pieno di gasolio, gas o benzina, fino al conto del meccanico e quello del carrozziere. Rientrano nella norma anche gli acquisti di ricambi e accessori slegati dall’intervento degli artigiani della riparazione o dei periti incaricati di effettuare delle valutazioni. Per tutte queste attività vale il rimborso del 10%, basta che il pagamento sia effettuato con sistemi tracciabili (bancomat, carte). Niente cashback, invece, per spese che prevedano addebito sul conto o sulla carta, dalle tasse al bollo auto, oppure intestati a società o attività professionali e commerciali.

(cge)

In sostanza si possono ottenere degli sconti del 10%: ad esempio un pieno di benzina da 50 euro alla fine – se rimborsato – costerà circa 45 euro. Lo stesso calcolo va fatto per un mini-tagliando da 150 euro che alla fine costerà 135 euro, una volta rientrati i soldi del cashback e raggiunti i tetti minimi previsti dalle norme. Insomma un piccolo aiuto per il cittadino e forse un bella mano per le attività commerciali, compresi gli artigiani che vivono di automobile, che durante il lockdown e le ondate pandemiche hanno subìto pesantementre la crisi e visto sparire i propri clienti.

Ma come si fa ad ottenere il rimborso? Acquisti di beni e servizi vanno effettuati utilizzando le carte di credito e dopo aver installato sullo smartphone la app “Io” che chiederà dati e numero di carta di debito, credito e l’iban del conto corrente sul quale far “atterrare” i futuri rimborsi. Il tutto a nome dell’intestatario di conti e carte. Un passaggio questo che costringe i cittadini all’utilizzo dell’identità elettronica (Spid e Cie), almeno con l’app “Io”.

Meglio sapere, infine, che per ottenere i rimborsi servono almeno dieci pagamenti per ottenere un rientro del 10% di quanto speso. Ma va altresì considerato che per ogni operazione il massimo ammesso è di 150 euro. Quindi, visto che il “cashback” massimo è fissato a quota 15 euro, sarà inutile spendere più di 150 euro alla volta.

Fonte www.repubblica.it

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