ROMA – Potrebbe essere il robotaxi – non proprio quello che 38 anni fa vedevamo in Bladerunner, ma poco ci manca – ad aprire la strada verso una guida autonoma su larga scala. E sarà la Cina a realizzare per prima questo business, precisamente entro il 2023 secondo quanto riportato dalla CNBC. “Quello dei robotaxi è il principale mercato per le auto a guida autonoma”, ha infatti dichiarato alla CNBC Jianxiong Xiao, CEO della società di tecnologia per auto autonome AutoX. Quest’ultima è una società sostenuta dal gigante dell’e-commerce Alibaba, sviluppa hardware e software per auto senza conducente ed è una delle tante aziende cinesi che ha lanciato un progetto robotaxi. Il mese scorso ha aperto al pubblico il suo servizio a Shanghai, dove ha la propria sede principale, offrendo la possibilità agli utenti di prenotare una corsa tramite l’app Amap, di proprietà di Alibaba.
Ma la concorrenza è forte. Anche la WeRide sviluppa tecnologia per auto senza conducente e alla fine dello scorso anno ha lanciato un medesimo progetto robotaxi a Guangzhou, una città della Cina meridionale. Da allora si è espansa, e gli utenti anche in questo caso possono prenotare una corsa tramite l’app Amap di Alibaba. La WeRide dispone di una flotta di oltre 100 veicoli – spiega alla CNBC il CEO della compagnia Tony Han – con quali ha percorso circa 2,7 milioni di chilometri durante un programma pilota su strada aperta. Anche il colosso della mobilità DiDi, il gigante della ricerca Baidu e la start-up Pony.ai sono interessati, e sperano di poter mettere su strada i propri veicoli entro i prossimi tre anni.
Insomma secondo la società di consulenza McKinsey la Cina ha il potenziale per diventare il più grande mercato al mondo per i veicoli autonomi. La società prevede che nel 2040 le auto senza conducente copriranno fino al 66 per cento dei chilometri percorsi, cosa che potrebbe generare entrate fino a 1,1 trilioni di dollari per quel che riguarda i servizi di mobilità, e fino a 900 miliardi di dollari dalle vendite di veicoli autonomi entro quell’anno.
Fonte www.repubblica.it