MILANO – “Ti spiace se siedo davanti? Se non guido sto male”. Quante volte abbiamo ospitato un passeggero timoroso di sentirsi male in macchina, non per sfiducia magari, ma per una particolare sensibilità al movimento che può produrre nausea.
In termini medici si chiama cinetosi e riguarda il mal d’auto come il mal di mare e il cosiddetto mal d’aria; ne soffre, in misura diversa, circa il 70% delle persone e prende origine da come i nostri sensi collegano quello che stiamo guardando con il senso del movimento dato dalle accelerazioni percepite dal nostro corpo.
Va da sé che, quando la guida completamente autonoma (il cosiddetto livello 5) sarà una realtà, viaggeremo tutti da passeggeri, per lo più impegnati in altre attività, con gli occhi su uno schermo o altro, e il problema diventerà proporzionalmente più importante.
Proprio in questa prospettiva gli ingegneri di Jaguar Land Rover hanno implementato le loro ricerche sulla guida automatizzata con lo studio degli effetti che il movimento dell’auto produce sul fisico dei passeggeri.
Un accurato specifico studio dell’effetto che le accelerazioni, frenate e traiettorie di curva dell’auto producono sul nostro fisico ha portato ad accumulare una quantità di dati che possono “insegnare” ai sistemi di controllo della guida a comportarsi come il miglior “chauffeur” che ci porta confortevolmente e in sicurezza.
Lo studio della cinetosi rientra nel programma Project Vector dedicato alla guida autonoma e si collega al concetto Destination Zero che il gruppo Jaguar-Land Rover ha pensato in funzione di un futuro della mobilità più efficiente, sano e sostenibile.
Già oggi sulla base di queste ricerche sono stati adottati nei modelli di produzione sistemi, come la climatizzazione dei sedili o la regolazione continua (con la frequenza di un controllo ogni 10 millisecondi) delle sospensioni, che hanno un impatto significativo sul benessere a bordo.
La strategia del gruppo inglese è stata così illustrata dal Chief Medical Officer Steve Lley: ““La mobilità sta rapidamente cambiando e dovremo sfruttare tutte le potenzialità dei veicoli a guida autonoma per raggiungere l’obiettivo di una viabilità sicura e confortevole. Risolvere il problema della cinetosi nelle auto senza conducente è l’elemento che potrà sbloccare l’enorme potenziale di questa tecnologia pensata per i passeggeri, i quali saranno in grado di utilizzare il tempo di viaggio per leggere, lavorare o rilassarsi”.