ROMA – Al netto degli stereotipi privi di fondamenta empiriche, delle associazioni becere proposte dai calendari appesi in molte officine e delle statistiche reali a rimarcare il bassissimo tasso di coinvolgimento in alcuni settori, l’evoluzione della mobilità a quattro ruote è costellata d’intuizioni ed invenzioni al femminile. La prima delle quali risale al distante 1888 quando Bertha Benz aiutò il marito Karl nel collaudo della prima automobile della storia. Dopo averla guidata per circa novanta chilometri assieme ai due figli, Bertha individuò varie criticità, tra cui la necessità di creare una guarnizione per i freni, che vennero poi rettificate in fase di produzione. Cinque anni dopo Margaret A Wilcox introduce il riscaldamento nell’abitacolo sfruttando il calore del motore termico. Nel 1903 è il turno di Mary Anderson che concepì la funzione del tergicristallo manuale al seguito di una visita a New York mentre nel 1917, Charlotte Bridgewater aggiunse la componente elettrica all’invenzione.
La Grande Mela è anche il punto di partenza verso San Francisco per Alice Ramsey che nel 1909 – oltre ad essere la prima Presidente del Women Motoring Club – diventa la prima persona ad effettuare un viaggio coast to coast degli Stati Uniti riparando in autonomia i vari danni riportati al veicolo durante la traversata. Altre date miliari d’inizio Novecento sono il 1914 (Florence Lawrence getta le basi per gli indicatori di direzione e le luci di stop) ed il 1915 quando Wilma K Russey accarezza lo status di celebrità in veste di prima tassista donna a solcare le strade di Nyc.
Avanti veloce al secondo conflitto bellico mondiale quando l’attrice Hedy Lamarr introduce nel 1942 il segnale radio per guidare i siluri lanciati dalle navi militari; una scoperta alla base, secondo molti tecnici, dei sistemi bluetooth e wi-fi odierni. Legata alla stretta attualità è anche l’embrione della tecnologia Gps sviluppato dalla Dott.ssa Glady’s West assieme ad Ibm nel 1956. Per trovare la prima designer donna bisogna invece attendere il nuovo millennio quando Honda ingaggia Michelle Christensen che dal 2005, contribuirà all’impronta stilistica di molti modelli tra cui la seconda generazione della mitica Nsx. Il 2008 verrà poi ricordato come l’anno di Danica Sue Patrick; prima donna a vincere una Indy race e figura femminile di maggior successo nei campionati Nascar ed Indycar. Non esistono casi analoghi in Formula 1 dove delle solo cinque donne che hanno partecipato ad una gara del Mondiale, solo Lella Lombardi è riuscita a conquistare mezzo punto nel gran premio di Montjuich del 1975.
Più unico che raro nel panorama manageriale dell’industria automobilistica è il ruolo di Mary T Barra come Ceo di General Motors dal 2014. Figlia di una casalinga e di un operario della Pontiac, l’attuale amministratrice delegata del colosso americano – non che Chairman del board of directors – è stata inserita da Forbes e Fortune nella lista delle donne più influenti ed importanti del pianeta. Come di assoluta rilevanza, seppur in ambito comunicazioni digitali ed intrattenimento, è l’ascesa di Alexandra Hirschi (in arte Supercar Blondie) che grazie ai suoi 45 milioni di followers, è stata nominata una delle trenta donne più influenti del mondo arabo.
Fonte www.repubblica.it