MONACO – Non solo auto, ma tutta la mobilità a 360°, con bici, monopattini, droni, aziende tech e fornitori pronti a mostrare le proprie novità. Così sarà il Salone di Monaco, il primo evento in presenza di queste dimensioni dopo la pandemia. Ed è in concomitanza con questa importante vetrina che gli organizzatori hanno deciso di lanciare la prima classifica mondiale dello sviluppo della mobilità elettrica, che verrà puntualmente aggiornata ogni anno per sapere quale parte del mondo ha più auto elettriche circolanti, dove hanno la quota di mercato più elevata e dove il mercato sta crescendo più velocemente. Ecco le cifre diffuse in questa prima edizione.
La Cina è il Paese dove circolano più veicoli elettrici a batteria e plug-in
Partendo da un numero di auto a propulsione elettrica (a batteria e ibride plug-in) in tutto il mondo che può essere stimato in circa 10 milioni di veicoli, ad oggi, in numeri assoluti la Cina è prima in classifica, con 4,2 milioni di auto elettriche circolanti, seguita da Europa (3,2 milioni) e Stati Uniti (1,7 milioni).
Europa in testa per immatricolazioni elettriche nel 2020. Germania supera Usa
Ma l’Europa nel 2020 ha immatricolato più auto elettriche della Cina (1.368.167 contro 1.246.289), battendola per la prima volta. Mercato leader è la Germania che conta un totale di 702.981 veicoli elettrici e solo nel 2020 ne ha immatricolati 394.943. Più degli Stati Uniti che hanno registrato 302.929 nuovi veicoli elettrici.
L’Europa è prima per numero di veicoli elettrici ogni 1.000 abitanti
L’Europa è in testa anche per numero di veicoli elettrici ogni 1.000 abitanti. Nel Vecchio Continente i veicoli elettrificati sono 6,1 ogni 1.000 abitanti, rispetto alla media globale di 1,4. Negli Stati Uniti sono 5,2 e in Cina appena 3. Il leader mondiale per densità di veicoli elettrici è la Norvegia (81 ogni 1.000 abitanti), seguita dall’Islanda (36,8) e dalla Svezia (20,6). La Germania ha 8,5 auto elettriche ogni 1.000 abitanti. Quindi, anche se la Cina detiene attualmente il primato mondiale delle vendite, è il mercato europeo che oggi sta dettando il passo a livello internazionale per lo sviluppo della mobilità elettrica. Se scomponiamo l’Europa in singoli paesi, vediamo che i quattro principali mercati elettrici, Germania (702.981), Regno Unito (447.486), Norvegia (433.609) e Francia (413.212) da soli sfiorano i 2 milioni di unità e rappresentano più della metà dei veicoli attualmente in circolazione nel mercato europeo, superando addirittura gli Stati Uniti.
Cina e Usa sono al top per i veicoli elettrici a batteria. Europa sotto la media
Il vantaggio elettrico dell’Europa però è legato prevalentemente agli ibridi plug-in, e infatti viene meno considerando i soli veicoli elettrici a batteria, che nel 2020 rappresentavano il 79% delle immatricolazioni totali di veicoli elettrificati negli Stati Uniti, l’80% in Cina e solo il 54% in Europa, sotto la media globale del 68%.
L’Italia è seconda per crescita percentuale in nuove immatricolazioni elettriche
In termini percentuali, nel 2020 l’Italia, con il +247%, è tra i paesi europei dove si è registrata la crescita di nuove immatricolazioni elettriche più significativa. Preceduta solo dalla Germania (+263%). Al terzo posto è la Danimarca (246%), seguita da Francia (+202%) e Regno Unito (+143%). In Cina invece lo scorso anno il numero di immatricolazioni di veicoli nuovi è aumentato solo del 15%.
La Norvegia è leader per quota di veicoli elettrici sul mercato totale
Infine, la classifica 2020 dei Paesi con la quota più alta di veicoli elettrici rispetto alle vendite auto totali. Qui il leader indiscusso è la Norvegia, dove la scelta elettrica rappresenta il 74,8% del mercato, seguita da Islanda (44,6%), Svezia (32,1%), Paesi Bassi (24,7%) e Finlandia (17,7%). La metà inferiore della ‘top ten’ è occupata da Danimarca (16,4%), Svizzera (14,3%), Germania (13,5%), Portogallo (13,5%) e Lussemburgo (11,4 %). L’Italia è al 4,3%. In Generale l’Europa ha un’incidenza di veicoli elettrici sulle nuove immatricolazioni dell’11,4%, la Cina del 6,3% e Gli Stati Uniti del 2,1%.
Fonte www.repubblica.it