ROMA – Con il boom delle vendite di biciclette nel 2020 e la diffusione delle più costose e-bike in tutta Europa, anche i furti hanno raggiunto livelli da allarme, aumentando mediamente del 50% rispetto all’anno precedente. Primo paese a correre ai ripari contro questa nuova emergenza che è anche uno degli effetti della pandemia, è stata la Francia che ha reso obbligatoria la marchiatura con un numero identificativo e un registro nazionale di tutte le bici nuove acquistate dal primo gennaio di quest’anno e che sembra stia già dando i primi risultati.
Il problema dei furti di bici sta raggiungendo livelli astronomici. In Italia ad esempio, nel 2020 si stima siano state vendute oltre due milioni di biciclette di cui 250 mila e-bike con una crescita importante rispetto al 1,7 milione di vendite dell’anno precedente. Alla pari però, i furti hanno raggiunto le 500 mila unità, contro i 320 mila del 2019 (+55%) con i ladri che privilegiano sempre più i mezzi a pedalata assistita il cui prezzo spesso supera i mille euro o le bici da corsa professionali. Colpa, secondo le forze dell’ordine anche della tendenza a pubblicare tutto sui social e a utilizzare le app traccianti senza nessuna tutela della privacy. In questo modo si è passati dai vecchi furti casuali, quelli che avvengono quando si lascia parcheggiata una bici per strada per una commissione con il rischio di essere però inseguiti e fermati, a furti di precisione, con bande sempre più organizzate che puntano il mezzo e lo vanno a prendere direttamente nel parcheggio del proprietario, spesso di notte, dopo averne seguito le tracce sul web. E una volta rubata la bici, essendo un bene mobile non registrato è quasi impossibile farsela restituire, anche se viene ritrovata. Una situazione che ha riaperto il dibattito su come limitare i furti puntando su targa o numero di matricola obbligatorio, ma intanto nulla si muove, almeno da noi.
Oltralpe però, dove i furti l’anno scorso sono stati 400.000 con 100.000 bici che sono state ritrovate ma con appena 7.000 che sono state restituite proprio per la difficoltà di dimostrare l’effettiva proprietà dei mezzi, le cose stanno cambiando rapidamente. Lo scorso 23 novembre il governo ha emanato un decreto che ha reso obbligatoria la marchiatura di tutte le bici per adulti nuove, vendute dal primo gennaio. E dal prossimo luglio l’obbligo si estenderà alle bici usate acquistate in negozio. Con il numero che viene scritto in fattura e con un registro nazionale delle matricole consultabile da tutte le forze dell’ordine.
Una novità che sembrerebbe dare già i primi frutti. Non che siano di colpo diminuiti i furti, che stando ai primi dati, a gennaio dovrebbero essere stati simili a quelli dello stesso mese del 2020 ma, stando a quanto trapelato, sembrerebbe che tra questi siano praticamente assenti le denunce di quelle marchiate. Eppure una buona fetta dei furti avviene proprio nel primo mese dall’acquisto quando il proprietario, soprattutto se alla prima bici, non ha maturato ancora l’esperienza e non si è dotato di tutti i sistemi di antifurto per preservare la sua due ruote.
Fonte www.repubblica.it