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F1, si racconta l’ingegnere di Verstappen

Dietro il successo mondiale in Formula 1 di Max Verstappen non c’è soltanto il merito e il talento del giovane pilota olandese ma anche quello di tutto lo staff dai meccanici fino ai progettisti. E se c’è un designer la cui professionalità è diventata decisiva nel corso degli anni questo è sicuramente Adrian Newey, già artefice dei quattro mondiali precedenti della Red Bull.

L’ingegnere britannico accettato di raccontarsi ed è in libreria la sua biografia dal titolo “Come ho progettato il mio sogno” (Cdmedizioni, 29 €). È un libro fondamentale per gli appassionati dei motori interessati a conoscere meglio il dietro le quinte è quello che succede dove i riflettori e le telecamere dei media non arrivano. Non solo, è anche la storia di un uomo che in fondo è sempre stato quello del profilo basso talmente umile dall’ammettere che certe volte i percorsi di carriera sono una serie di coincidenze e fortuna:

“Se il compianto Harvey Postlewaite non mi avesse telefonato e offerto quell’opportunità in Fittipaldi, il mio primo lavoro sarebbe stato alla Lotus Cars, e la mia carriera avrebbe senza dubbio seguito un percorso diverso, ma Harvey ha fatto quella telefonata rischiando con un ragazzo appena uscito l’università e mi ha permesso di entrare nel mondo delle macchine”.

Ecco, non è da tutti, al livello in cui è Newey, ammettere con sincerità che il fato volle aiutarlo. Poi, certo, ci ha messo del suo: talento, intuizione, professionalità.

Paolo Filisetti consegna la copia ad Adrian Newey 

Volete sapere come progettare una Aston Martin? Ebbene, se arrivate alla fine delle oltre 400 pagine forse lo scoprirete, così come troverete anche un glossario di quelle parole difficili che tante volte ascoltiamo in televisione durante i Gran Premio di Formula Uno e ci suonano come qualcosa di arabo.

Ma di disegni ce ne sono molti altri, e tutti schizzi a amno interessanti che possono aiutare – e dare un messaggio – ai giovani progettisti che magari sognano di intraprendere la stessa carriera dell’ingegnere britannico.

Ecco, non è giusto spoilerare il resto del libro. Quindi ci limitiamo a dire che è molto godibile, per niente tecnico: ci sono tanti episodi personali, non soltanto professionali. Scorrendolo si può riprendere, ricordare e rispolverare uno spaccato della storia di questi ultimi anni della Formula Uno. In sintesi, saranno sono soldi ben spesi.

Fonte www.repubblica.it

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