TORINO – Non sarà solo la Fiat 127 la reginetta della mostra che fino al 5 settembre verrà ospitata presso il Museo Nazionale dell’Automobile di Torino (MAUTO). Accanto a sei esemplari della mitica vettura disegnata da Pio Manzoni, in arte Manzù, figlio dell’affermato scultore Giacomo (nello specifico due della prima serie più sei versioni: la Rustica, la Sport, la Top e la Panorama), i visitatori potranno soffermarsi su un altro grande lavoro uscito dalla penna del medesimo progettista: il prototipo Fiat City Taxi su base 850, appartenente alla collezione storica di Heritage e solitamente esposta nello spazio polifunzionale Heritage HUB a Torino. Si tratta di un originale progetto per il trasporto pubblico cittadino non di linea che vanta numerose innovazioni tecnologiche orientate alla sicurezza e alla funzionalità, tanto che può essere definito a pieno titolo una vera e propria “concept car”.
Basti pensare che sono ben 15 i nuovi brevetti registrati da Fiat per allestire la 850 City Taxi. Anche se il prototipo presentato al Salone di Torino resta allo stadio sperimentale, molte delle sue innovative soluzioni sviluppate a lungo dal Centro Stile Fiat, verranno in seguito utilizzate sulle auto di serie. Anche le linee, in particolare quelle del cofano motore posteriore, saranno riprese nell’utilitaria Fiat 126 del 1972, che prima affianca e poi sostituisce la gloriosa Fiat 500.
Il progetto prese le mosse dalla meccanica della 850: per agevolare l’intensivo impiego cittadino venne scelta la versione “Idromatic”, caratterizzata dalla presenza di un convertitore di coppia intorno alla frizione idraulica per rendere più semplice la guida in città. Non era un cambio automatico ma un sistema che eliminava il pedale della frizione lasciando invariate le quattro marce. La descrizione utilizzata è “trasmissione servoassistita” e la targhetta sul cofano riportava la dicitura “Idroconvert”.
Le dimensioni sono compatte ma gli spazi sono sfruttati al massimo. Più che per lo sviluppo in altezza, l’850 City Taxi stupisce per le asimmetrie: sul lato sinistro c’è una porta convenzionale utilizzata soltanto dall’autista, mentre sul lato destro i passeggeri entrano attraverso una innovativa lunga porta scorrevole a comando elettrico. All’interno il divano posteriore ospitava tre passeggeri: se, in casi straordinari, era necessario ospitarne un quarto per brevi tratti, spuntava un sedile supplementare a ribalta posto accanto a quello del conducente.
Importanti anche le innovazioni dedicate alla sicurezza, che successivamente diventeranno standard nelle vetture di serie: come il piantone dello sterzo snodato per salvaguardare il guidatore in caso d’impatto frontale, la plancia imbottita in materiale deformabile e il fissaggio dei bagagli tramite cinghia. Ma anche il sistema di comunicazione con radiotelefono, che prevede il microfono nell’aletta parasole, è un antesignano degli attuali sistemi vivavoce per i telefoni cellulari. Inoltre, il televisore posizionato al centro della plancia, può essere considerato il precursore dei moderni schermi dei sistemi d’infotainment. Alcune soluzioni funzionali vengono riprese anni dopo, come il portellone vetrato sulle “hatchback”, o la tasca porta carte ricavata nel tetto, ancora oggi presente sulle vetture monovolume.
Fonte www.repubblica.it