BERLINO – Nel pieno dell´emergenza mondiale della pandemia, e in vista delle elezioni americane che si svolgono sullo sfondo di un clima di confronto e contrasti crescenti tra la Repubblica popolare cinese da un lato, gli Stati Uniti e l´Europa dall´altro, la Cina si lancia con una decisione e impegno finanziario senza precedenti nella sfida mondiale per la supremazia globale nel mercato delle auto elettriche del segmento premium.
Il colosso asiatico Geely ha annunciato, proprio in occasione del Plenum del Comitato centrale del Partito comunista cinese dove il presidente Xi Jinping ha promesso al paese e al mondo piú sviluppo in patria e piú decisione e durezza con i rivali, la costruzione di nuovi, grandi impianti in territorio cinese per produrre in massa le Polestar, cioè le e-cars di superlusso che sono solo di facciata marchio elitario elettrico-ibrido di Volvo e si basano in buona parte anche su tecnologie e risorse progettuali e creative svedesi. Ma Volvo, come si s?, è in mano a Geely, che in Europa ha ottime teste di ponte: oltre allo storico marchio della prima potenza scandinava, possiede Lotus e ha in pugno il 7,9 per cento di Mercedes. Oltre ad avamposti altrove: controlla circa la metà di Proton in Indonesia.
Come hanno dichiarato all´agenzia di stampa britannica Reuters fonti interne, il gruppo Zhejiang Geely Holding Group ha deciso di costruire impianti per darsi la capacità di costruire almeno 30 mila esemplari di Polestar all´anno. E tutto indica che ciò non sarebbe che l´inizio: la capacità produttiva potrebbe facilmente aumentare. La sfida è lanciata al massimo livello a tutti i produttori di e-cars del segmento premium, da Tesla di Elon Musk alla stessa Volvo che va a marce forzate verso il passaggio alla produzione di elettriche, fino ai produttori premium tedeschi come Bmw e Mercedes.
L´impianto non sorgerà appunto in Svezia bensí a Chongqing nella Cina, e Geely lo affiderà poi a una società interamente controllata e di recente registrazione. Geely e Polestar hanno rifiutato ogni commento a domande sul motivo per cui la decisione arriva proprio adesso in cui appunto i maggiori produttori di e-cars premium mondiale hanno scelto di premere sull´acceleratore dell´aumento dell´offerta, specie sul mercato automobilistico piú importante del mondo, appunto quello cinese.
La Geely ha la sua sede centrale a Hangzhouma è registrata anche a Hong Kong, ed è probabilmente la casa automobilistica cinese piú famosa nel mondo, almeno da quando ha salvato la Volvo dal declino in cui l´èra Ford sembrava averla condannata ma al tempo stesso ne ha preso possesso, entrando in tutti i top secrets dell´alta tecnologia svedese, avveniristica in molti campi del manufatturiero e dell´elettronico. Attraverso le sue controllate costruisce le auto ibride Polestar 1 nella città occidentale di Chengdu e le e-cars Polestar 2 a Taizhou. Attualmente, secondo „Just Auto”, la produzione annuale totale di Geely è calcolata in 2 milioni 178mila auto nel 2019, una forte crescita rispetto al circa milione e mezzo di auto prodotte nell´anno precedente. Ciò conferma ambizioni e „potenza di fuoco” del gruppo, quindi tutti i produttori occidentali di e-cars sono probabilmente in allarme o comunque avvertiti. Il fatturato di Geely è dichiarato dall´azienda stessa in 97,4 miliardi di renminbi-yuan.
Una curiosità: l´annuncio, seppure scontato, di produrre tutte le Polestar in Cina, segue casualmente di pochi giorni un duro confronto diplomatico col governo socialdemocratico svedese. Il quale, come primo governo dell´Unione europea, aveva annunciato di escludere il produttore di reti e apparecchi di telefonia mobile (cellulari) cinese Huawei dalla gara d´appalto per passare al sistema 5G. Gli svedesi come altri governi occidentali accusano Huawei di essere un cavallo di Troia dello spionaggio cinese. Pechino a livello politico aveva subito denunciato la “decisione ostile di Stoccolma”, preannunciando “conseguenze per gli interessi economici svedesi in Cina”. Fonte www.repubblica.it