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Guida autonoma, una città connessa per i test

ROMA – Ecco risolto in un colpo solo il problema dei test delle auto a guida autonoma. Provarle nelle metropoli è rischioso? Nessun problema, costruiamo una città apposta per questo, così nessuno si farà male. Lo hanno pensato in molti fra cui Jaguar Land Rover, divenuta  partner di primarie Società di software, mobilità e telecomunicazioni nella realizzazione di uno smart city hub, un banco di prova delle tecnologie connesse, dove i veicoli a guida autonoma potranno condividere le strade con automobili, pedoni e ciclisti. Il tutto vicino al suo hub software di Shannon, in Irlanda. Il Future Mobility Campus Ireland (FMCI) sarà costituito da 12 km di strade pubbliche e disporrà delle strutture e delle competenze necessarie per raccogliere i dati dei sensori, simulare una varietà di ambienti e traffico, e provare nuove tecnologie. La Jaguar I-PACE elettrica prenderà parte a questi test. Il sito sarà completamente servito da sensori e disporrà di accurati sistemi di localizzazione, di un centro di gestione e controllo dati e di prototipi a guida autonoma. Ci saranno incroci intelligenti, strade connesse, parcheggi autonomi e punti di ricarica per veicoli elettrici, oltre a collegamenti con una tratta autostradale connessa di 450 km e un corridoio di traffico aereo per droni controllato dall’aeroporto di Shannon. Jaguar Land Rover collaborerà con molte altre società tecnologiche mondiali, come Cisco, Seagate, Renovo, Red Hat e Mergon.
“La partnership con FMCI ci dà la possibilità di provare in condizioni reali le nostre tecnologie autonome, connesse, elettrificate e condivise in una location strategica”, dice John Cormican, General Manager di Shannon Ireland Jaguar Land Rover. “La collaborazione con altre grandi Aziende ci consentirà uno sviluppo più efficiente dei nostri sistemi.”
“L’area della smart city è una struttura di prima classe dove queste aziende di livello mondiale possono collaborare allo sviluppo di tecnologie leader, dai veicoli autonomi alle infrastrutture connesse”, aggiunge Russell Vickers, CEO della FMCI. “Il banco di prova consente di sperimentarle in condizioni reali, contribuendo a rispondere alle domande poste dal futuro della mobilità in modo efficiente e collaborativo.” (f.p.)

Fonte www.repubblica.it

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