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Guida Michelin, più di cent’anni di strada e non sentirli

L’ultracentenaria relazione tra Michelin e la strada inizia nell’anno zero del ventesimo secolo quando partire in macchina era un’azione tanto incerta quanto pioneristica; le vetture in ottone dell’epoca brillavano di rame e zinco ma non certo per l’affidabilità e molti percorsi si trasformavano in mulattiere per poi finire nel nulla. Da qui l’idea dei fratelli Édouard e André Michelin – fondatori dell’azienda francese e produttori di pneumatici dal 1895 – di aiutare gli sparuti automobilisti d’inizio Novecento, con un piccolo opuscolo regalato con l’acquisto delle gomme e contenente una serie d’importanti suggerimenti per affrontare al meglio il tragitto.

La guida rossa ante litteram aveva già individuato le informazioni indispensabili con l’indirizzario di ricoveri, officine e luoghi in cui fare rifornimento o cambiare pneumatici, ai quali si aggiungeva la lista di soste e ristori suggeriti per mangiare e dormire lungo la via. I consensi di pubblico ottenuti dal servizio congiunto di gomme, guide e carte stradali, convince Michelin ad introdurre la distinzione che tutt’oggi identifica l’eccellenza gastronomica. Corre l’anno 1926 ed assieme alla crescita dell’industria automobilistica, arriva la celeberrima stella. Nel 1931 il simbolo del macaron acquisisce una sua scala di merito (1, 2 o 3 stelle) e cinque anni dopo, vengono pubblicati i criteri di assegnazione tutt’oggi utilizzati dagli ispettori.

In Italia la prima Guida Michelin risale al 1956 e spinti dal boom economico europeo dell’immediato dopoguerra, il vademecum rosso associato all’omino Bibendum, acquisisce sempre più rilevanza con l’esponenziale aumento dei viaggi stradali. Viaggi in cui la penisola italiana, che al seguito della presentazione della Guida Michelin 2022 avvenuta ieri in Franciacorta conta 378 insegne stellate, rappresenta sempre più una delle principali attrattive per il turista gourmand. Il presente ha anche portato in dote una fruizione digitalizzata per guide rosse e guide verdi come per le mappe e le cartine stradali che quando consultate on-line, svolgono la funzione di motore di ricerca per ristoranti e hotel. Oggi come allora, l’obbiettivo è aiutare gli automobilisti ad individuare il percorso più scenografico, appetitoso, diretto oppure ecologico. Un tema, quello della salvaguardia ambientale, che Michelin affronta dal 1992 (quando consigliò ai clienti di non cambiare pneumatici prima del fine ciclo vita) con l’intento di raggiungere la neutralità carbonica nel 2050, e dimezzare le emissioni entro il 2030. In questo senso gli stabilimenti di Cuneo e Alessandria sono un esempio particolarmente virtuoso in quanto l’obbiettivo sopra, è già realtà. Come realtà e di una certa rarità, sono i 99.4% di contratti a tempo indeterminato per i dipendenti di Michelin Italia ed i milioni di ore ed euro, devoluti ogni anno verso programmi di formazione, welfare, supporto alle comunità ed opere sociali. A livello globale Michelin è il primo costruttore di pneumatici al mondo presente in 170 paesi con 123.600 dipendenti che operano in 71 siti produttivi. Nel 2020 l’azienda di Clermont-Ferrand ha raggiunto quota 170 milioni di pneumatici con mescole specifiche ed altamente specialistiche, destinate ad autocarri, mezzi industriali, automobili di ogni potenza e propulsione, motociclette, monoposto e prototipi da corsa.

Fonte www.repubblica.it

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