MILANO – Toyoharu Tanabe è “l’uomo da corsa” della Honda, il tecnico incaricato dello sviluppo del programma Formula 1 che attualmente fornisce i motori alle scuderie Red Bull e Alpha Tauri, e proprio lui, assieme al management dedicato, ha voluto parlare dei motori che attualmente sono ritenuti al vertice delle prestazioni.
Proprio la ricerca su questi particolarissimi propulsori elettrificati da circa 1000 Cv ha avuto e ha importanti ricadute sulla “scienza applicata” dei sistemi ibridi a partire dal sistema e:HEV utilizzato nelle vetture stradali. Un collegamento profondo, e per molti versi segreto, che travasa innovazione e tecnologie fra due mondi apparentemente tanto differenti.
“Le vittorie della Red Bull e la leadership nel campionato piloti sono il frutto di una efficiente collaborazione fra i nostri motoristi e la scuderia austriaca”, è la premessa per sottolineare il passo avanti prestazionale ottenuto quest’anno e che non è in contrasto con la decisione di cessare la presenza ufficiale di Honda alla fine della stagione. “E’ stata una scelta coerente con la strategia globale “carbon free” che vogliamo portare avanti molto rapidamente, non è una rinuncia; tecnicamente c’è ancora molto da imparare sull’elettrificazione e continueremo a lavorare ancora più intensamente in questa direzione”.
La tecnologia ibrida utilizzata nelle competizioni punta essenzialmente al massimo in fatto di prestazioni e di prontezza nell’erogazione di potenza; nelle auto stradali l’obiettivo è invece puntato sull’efficienza e sulla guidabilità, ma fra i diversi obiettivi esistono elementi comuni.
A cominciare dallo schema, che in entrambi i casi prevede due elementi elettrici dei quali uno è collegato alle ruote e l’altro al motore termico; è proprio il “gioco” fra i contributi di questi componenti e in particolare la gestione dell’energia accumulata nelle batterie a determinare il miglior risultato.
Il sistema ibrido e:HEV sviluppato da Honda e attualmente utilizzato sulla HR-V appartiene alla categoria dei propulsori elettrificati “in serie”, ossia con il motore elettrico direttamente connesso alle ruote e responsabile della quasi totalità della potenza utilizzata in marcia.
Lo scopo di questo schema è la possibilità di fornire alle ruote la prontezza e l’elasticità del motore elettrico e, allo stesso tempo, far funzionare il motore a combustione nelle condizioni di massima efficienza (che significa minor consumo e minore inquinamento) e di utilizzarlo come “propulsore” solo quando è indispensabile e conveniente.
Il travaso di tecnologie fra le esperienze in Formula1 e la ricerca nelle ibride stradali è, a questo riguardo, fondamentale per gestire tutti i componenti (motore termico, batteria e motori-generatori elettrici) nel modo migliore e ricavare il massimo in fatto di efficienza e prestazioni.
Honda, pur ritenendo la soluzione ibrida come “transitoria” verso la mobilità esclusivamente elettrica, ha annunciato che dal 2022 produrrà esclusivamente vetture elettrificate e che sulla scorta delle esperienze accumulate anche con la Formula1 continuerà a sviluppare questa tecnologia accanto alle altre alternative. “E’ impossibile oggi stabilire quanto lunga sarà la vita dell’ibrido; ci sono molti elementi, come le normative, le infrastrutture, le differenze fra i mercati, che influenzano lo sviluppo tecnico; consideriamo anche la soluzione plug-in a batterie ricaricabili per i modelli più grandi e le fuel cell a idrogeno. Abbiamo proposto la prima ibrida nel 1999 e continueremo fino a quando sarà necessario”. Parola di Honda.
Fonte www.repubblica.it