ROMA – Dici Vespa e basta così. Non serve altro. Anche dopo 75 anni. Una formula magica nel mondo delle due ruote. Ma anche delle automobili perché pochissimi modelli possono mettersi sullo stesso piano. Auto che non hanno bisogno di avere accanto il nome del marchio, visto che sono loro stesse un marchio, come la 500, il Maggiolino, la Mini o la 911.
Icone senza tempo, esposte nei musei e protagoniste ancora oggi della strada. Lo scooter della Piaggio, il più famoso del mondo, sta in
cima a tutte. Icona delle icone, la Vespa ha fatto un percorso netto. Senza interruzioni. Ha sedotto ma non ha abbandonato. Anche la voglia è rimasta la stessa. Quando la vedi passare continui a desiderarla. Un amore infinito che ha prodotto un record di 19 milioni di esemplari. Tutte “figlie” di quella geniale intuizione di Enrico Piaggio e Corradino D’Ascanio. Personaggi indimenticabili che hanno fatto la differenza. Soprattutto D’Ascanio, l’uomo che disegnava modelli sperimentali di elicotteri e, dicono, detestava le motociclette. La persona ideale per cambiare la storia delle due ruote. Rivoluzionario solo come uno che di solito vola per i cieli, guarda tutti dall’alto e decide poi di mettere i piedi per terra.
Una grande storia italiana nata nello stabilimento Piaggio di Pontedera, provincia di Pisa, e arrivata in pochi anni in cima al mondo. Il Times definisce la Vespa “un prodotto interamente italiano come non se ne vedevano da secoli dopo la biga romana”. Intanto, il nuovo scooter conquista la moda, la pubblicità. Aprendo le porte ad ogni tipo di pubblico, donne in testa. Travolgente persino nel cinema con Vacanze romane (1953). Film che oggi conoscono tutti e citano proprio per la rocambolesca fuga in Vespa, guidata da Audrey Hepburn con Gregory Peck seduto dietro, per le vie della capitale. Un gigantesco spot globale valutato in oltre centomila vendite aggiuntive. Proprio nell’anno del film di William Wyler inizia la produzione anche in Spagna con la Moto Vespa S.A. di Madrid, oggi Piaggio España. Subito dopo a Jette, nei pressi di Bruxelles. Nascono stabilimenti anche a Bombay e in Brasile. Quando la Vespa sbarca negli Usa attira l’attenzione anche del Reader’s Digest che le dedica un lungo servizio.
È un periodo magico ma non è che l’inizio di un incredibile fenomeno. Presto, infatti, la Vespa sarà prodotta in 13 nazioni e commercializzata in 114 Paesi nel mondo. Compresa l’Australia, il Sud Africa, l’ Iran e la Cina. Un successo travolgente che porterà la Piaggio, appena tre anni dopo, nel 1956, ad una produzione di un milione di esemplari. Più che uno scooter, la Vespa diventa uno stile di vita. Imitato ovunque. Un’idea di libertà. Soprattutto per i giovani che sognavano il vespino.
Un fenomeno sociale: negli anni Settanta il vespone bianco era di destra, quello verde di sinistra. Una divisione netta. Anche se al centro di tutto c’era sempre lei, l’icona degli scooter. Buon compleanno Vespa.
Fonte www.repubblica.it