ROMA – Lui si chiama Keitarou Hinoue, ed è uno dei giovani talenti del design firmato Lexus. In Giappone il rapporto con l’automobile è qualcosa di unico. Con la propria automobile, poi, ancora di più. C’è un termine che dice tutto: aisha, ossia auto amata. La preoccupazione primaria di Keitarou, da quando si alza la mattina, è di plasmare la forma e la funzione degli interni delle auto in modo da anticipare le esigenze e le preferenze dei clienti, perché solo così potranno amare la propria auto. Aisha, appunto. Ma perché si diventa designer? Cosa scatta nella mente di un ragazzo che decide di intraprendere questa strada? Nel suo caso il cosiddetto clic è avvenuto davanti al film di Robert Zemeckis “Ritorno al futuro”. Un colpo di fulmine di fronte alla DeLorean che viaggiava nel tempo. “Ho comprato un libro illustrato sull’opera di Giugiaro (l’uomo che ha creato le linee della DeLorean), sono venuto a conoscenza del design automobilistico e da lì ho deciso di farne la mia professione”, racconta.
Da quel momento non passò molto tempo prima che si rendesse conto del lavoro che anche Lexus stava facendo: “Quando ero al liceo, intorno al 2006, ho letto della filosofia del design Lexus su una rivista e questo mi ha fatto venire voglia di diventare un designer”. Dopo aver lasciato la scuola, Keitarou ha studiato Product Design alla Kyoto City University, laureandosi nel 2012 e realizzando così la sua giovane ambizione, entrando a far parte della Toyota Motor Corporation. Il suo obiettivo era e lavorare agli interni dei veicoli: “Volevo creare materiali e oggetti che potessero essere toccati, e così sono diventato un designer d’interni. Ho lavorato al design dei componenti per l’ammiraglia LS, dal volante ai sedili fino al veicolo completo, e a quel punto sono stato coinvolto in uno sviluppo più avanzato”.
Hinoue ha sviluppato ulteriormente le sue competenze nel 2019 con un master in Product Branding e Design presso la Domus Academy di Milano, conoscenze che adesso sta mettendo in pratica nello sviluppo di futuri progetti Lexus. La sua ispirazione creativa attinge fortemente al mondo naturale: “Credo che ci sia un motivo fondamentale per cui troviamo belle certe forme, a prescindere che si tratti di natura, scienza o arte. Per me, è qualcosa che spesso deriva dal mondo naturale, sviluppato da cose che ho sperimentato o imparato quando ero bambino. Quando ero molto giovane guardavo gli insetti e gli animali e ne disegnavo le sagome, ed è così che ho imparato a conoscere le forme prodotte dalla natura, forme che penso abbiano un fascino naturale per gli occhi e la sensibilità delle persone”.” Hinoue spiega che anche i film e i fumetti fanno la loro parte, ispirando il modo in cui sviluppa la composizione e le superfici degli spazi interni per incontrare tempi e gusti mutevoli.
L’anticipazione – sapere come soddisfare le esigenze di un cliente – è fondamentale per l’approccio estremamente preciso di Lexus, ma Hinoue non trova questo limitante. “Riflettere a fondo sul comportamento e sulle intenzioni dei clienti significa poter definire le funzioni necessarie. Poiché possiamo restringere il campo di progettazione, credo che la rapidità di sviluppo diventi effettivamente più veloce e più efficiente. Piuttosto che pensare voglio che sia usato in questo modo, cerco di pensare i clienti vorranno usarlo in questo modo e anche di immaginare modi inaspettati in cui sarà usato”. Alla domanda di quale sia il suo modello Lexus preferito basandosi sul design degli interni, Hinoue ha risposto la LS del 2018 per il suo abitacolo, la prima auto su cui ha lavorato come da neoassunto. “Essendo stato assegnato subito alla nuova ammiraglia LS, ero determinato a dare il massimo e i membri senior del team mi hanno insegnato molto su come svolgere il compito. Siamo stati in grado di utilizzare le consolidate tradizioni Lexus, combinandole con le idee dei membri più giovani del team, liberi dalla pratica comune, per proporre cose completamente nuove”.
Per il miglior design esterno la sua scelta è andata invece sulla berlina IS del 2017, “perché questa è stata la macchina che mi ha portato – quando ero studente delle superiori – a puntare a diventare un designer Lexus”. Fonte www.repubblica.it