ROMA – In quali città vivranno le ragazze e i ragazzi che oggi si trovano nella fascia degli “under 29” e che nel 2060 entreranno gradualmente a far parte della cosiddetta Terza età? E come sarà tra quarant’anni la sicurezza stradale? Secondo Unipolis, in un futuro caratterizzato dall’aumento della vita media, da città abitate da quasi la metà della popolazione mondiale e da aree urbane in cui si verificano i tre quarti degli incidenti stradali, la situazione sarà disastrosa. Soprattutto per la fascia degli “over 65”, che vedrà aumentare le vittime di incidenti stradali fino al 99%.
Un’ecatombe annunciata che si potrà evitare ripensando già da ora l’organizzazione degli spazi nei centri urbani, rendendoli ambienti più sicuri e sostenibili. Secondo la ricerca “Cambiamo strade, cambiamo futuro” presentata dalla fondazione d’impresa del Gruppo Unipol, se si proiettano gli attuali dati sulla mortalità stradale fino ai prossimi quaranta anni e si confrontano gli stessi con le tendenze demografiche, emerge uno scenario in cui i morti in incidenti con più di 65 anni aumenteranno del 50%, con punte particolarmente elevate fra le persone di 80 anni e oltre, che avranno percentuali raddoppiate.
Nel 2060 è previsto un miglioramento del tasso di mortalità per incidenti stradali tra i giovani tra i 15 e i 29 anni. Al contrario, il tasso di mortalità stradale che riguarda gli anziani nel 2060 sarà ancora più alto rispetto ad oggi e dal 2061 arriverà a quota 100. In particolare, lo studio prevede un aumento di circa il 10% dei morti e dei feriti fra le persone che hanno tra i 65 e i 79 anni, per poi arrivare al raddoppio dei decessi e delle persone con lesioni fra chi ha 80 anni e oltre. In sintesi, nel 2060 per le due fasce d’età 65 -79 anni e 80 anni e oltre è previsto un aumento sia nei numeri assoluti sia nelle percentuali di incidenza sul totale delle vittime e dei feriti.
Se il trend sopra descritto sarà confermato – precisa il lo studio – l’Italia non riuscirà a raggiungere l’obiettivo di dimezzamento della mortalità da incidenti stradali né nel 2030 né nel 2050 e, addirittura, le proiezioni al 2060 prevedono un aumento delle vittime della strada ‘over 65’, diretta conseguenza di una maggior presenza di anziani su strade e marciapiedi. Va dunque ripensata l’organizzazione degli spazi nei centri urbani, sostiene Unipolis, che propone in particolare, alcune possibili soluzioni: ridurre l’utilizzo di auto private in favore dei mezzi pubblici; usare auto meno inquinanti; incrementare le strade a velocità limitata e gli spazi verdi; aumentare le piste pedonali e ciclabili protette; adottare misure per favorire car pooling, car e bike sharing; agevolare sistemi tecnologici di regolazione del traffico.
Più in generale – secondo lo studio – occorre però pensare a un diverso paradigma dello sviluppo, in cui la mobilità urbana diventi sinonimo di mobilità sostenibile. Una mobilità che dia nuovo ritmo alle comunità urbane, con una rinnovata qualità della vita, più sicura e più in sintonia con l’ambiente.
Fonte www.repubblica.it