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Incentivi auto, la battaglia degli emendamenti: sul tavolo un pacchetto da mezzo miliardo

TORINO – Un pacchetto che oscilla intorno al mezzo miliardo. Cifra leggermente più alta se dovesse passare anche il meccanismo di credito di imposta decennale – una versione del bonus ristrutturazioni classico cucito sulle quattro ruote – dedicato solo all’acquisto di vetture elettriche con rottamazione. L’effetto degli incentivi estivi, che hanno permesso di far risalire il mercato dell’auto in Italia, si è ormai esaurito. Esperti e associazioni di settore chiedono, dopo l’ultimo dato negativo delle immatricolazioni di novembre (-8,34%) e vista l’incertezza sull’andamento della pandemia, di continuare a sostenere la domanda e le vendite. I partiti, quasi tutti, dal Pd all’Italia dei Valori, passando per Lega e Forza Italia, hanno presentato emendamenti per chiedere il rifinanziamento delle misure previste nel decreto Rilancio. Pure i Cinque Stelle, da sempre tiepidi rispetto a una misura che prevede di sostenere anche l’acquisto di vetture a motore termico, hanno presentato un loro emendamento per riproporre una versione degli incentivi, ma che sostenga solo i veicoli meno inquinanti, elettrici e ibridi.
 
La discussione alla Camera degli emendamenti partirà l’11 dicembre e visto il movimento trasversale, il pressing delle Case automobilistiche e delle associazioni di settore, come Anfia, Unrae e Federauto, è difficile che il pacchetto (o almeno parte) non passi. Non mancheranno le novità rispetto alle misure di incentivazioni partite in estate: “Ci sono tre gambe – spiega Gianluca Benamati (Pd), vicepresidente della commissione Attività Produttive – la prima riguarda l’incentivo, con o senza rottamazione, per l’acquisto delle vetture. La seconda, invece, interesserà chi i mezzi li usa per lavoro. Il sostegno all’acquisto verrà esteso anche ai veicoli commerciali. La terza interessa le flotte aziendali e riguarda l’Iva detraibile. Per i veicoli “termici” classici rimane al 40%, ma per gli ibridi plug-in sale all’80% e per quelli elettrici è del 100%”. Sul fronte incentivi l’impianto rimanere lo stesso dei mesi scorsi: per le auto elettriche si può arrivare, con la rottamazione, ad un massimo di 10 mila euro (8000 incentivo più 2000 del concessionario) per l’ibrido si arriva ad un massimo di 8 mila (6000 più 2000), per gli altri veicoli 3.500 (1.500+2000). Senza rottamazione il sostegno diminuisce. 
Il sistema per i veicoli commerciali si basa non solo sul tipo di motorizzazione, ma sulle tonnellate. Per l’elettrico si parte dai 4-5 mila euro (fino a 2 tonnellate) con rottamazione e si arriva a 8-10 mila euro per i mezzi nella fascia fino a 3,5 tonnellate, a seconda dell’emendamento. Per gli ibridi, tenendo sempre a riferimenti gli stessi “pesi” si va dai 2-2.500 ai 4.400-5.500 e per gli altri tipi di alimentazione si va dai 1.200-1.500 ai 3.200-4.000. 
 
Il fondo per gli incentivi auto è rifinanziato di 324 milioni (alcuni emendamenti arrivano a ipotizzare 420 milioni), a cui si devono aggiungere 70 milioni, in un nuovo fondo, per le misure riservate al settore dei mezzi commerciali, dei quali 20 riservati all’elettrico. Se si aggiungono anche i soldi che sarebbero necessari per la detrazione delle spese per acquistare un veicolo elettrico si sommano altri 20 milioni: si otterrebbe così una detrazione del 50 per cento, scaricabile in dieci anni dalla dichiarazione dei redditi, misura non cumulabile con altri incentivi e riservata a chi ha un Isee inferiore ai 45 mila euro e compra una vettura full electric che non costi più di 40 mila euro. Credito che si potrebbe anche cedere, proprio come accade per quelli edilizi. Una misura che non sembra però aver fatto breccia fra le Case costruttrici, soprattutto per la lunghezza decennale della misura. Meglio in questa fase un incentivo che sostenga in modo immediato all’atto dell’acquisto. “Non rifinanziare gli incentivi configurerebbe una gravissima perdita in termini di strategia economica e di visione ambientale per il nostro Paese. Auspichiamo che in queste ore, nell’ambito delle discussioni parlamentari ci sia spazio per un rinnovo consistente di quanto già approvato con decreto legge Agosto”. Lo affermano, in una nota, Anfia, Federauto e Unrae. “Se si vogliono vedere di nuovo dei segni positivi del mercato – sottolinea Gian Primo Quagliano del Centro Studi Promotor – è necessaria la conversione in legge degli emendamenti presentati per rifinanziare gli incentivi. La Legge di Bilancio, così come è stata presentata, non prevede nulla”. Gli fa eco l’onorevole Benamati: “Non è possibile che un settore che rappresenta il 10 per cento del Pil non abbia nemmeno mezzo miliardo in una finanziaria da 38 miliardi. Sono promotore di un piano nazionale dell’auto grazie anche ai fondi del recovery, ma non si può stare fermi e non fare nulla in attesa di quello”. 

 

Fonte www.repubblica.it

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