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Kalašhnikov, dopo le armi è l’ora delle auto elettriche

Oggi, puntiamo il mirino sulla famosa azienda russa leader nel settore delle armi: Kalašhnikov, che debutta nel mondo dell’automotive.

Prima, però, facciamo un po’ di storia o meglio, citiamo le origini e l’arma che rende famoso il costruttore in tutto il mondo, per comprendere meglio la sua nuova strada produttiva.

Siamo verso la fine della seconda guerra mondiale, l’ingegner Michail Timofeevic Kalašhnikov progetta il fucile d’assalto AK-47 dotato di selettore di fuoco e operato a gas, camerato originariamente per il proiettile 7,62 x 39 mm; soprattutto, l’arma sostituisce l’obsoleto mitra PPSH.

Non è il primo del suo genere con queste caratteristiche, un fucile simile risale al 1916, quando Vladimir Grigor’evi? Fëdorov ne modifica uno rendendolo leggero e pronto a far fuoco, con il meccanismo semiautomatico, poi, rimpiazzato dai nuovi mitra PPŠ-41. Ci sono stati diversi modelli primi dell’AK-47, ma nessuno riusciva a dare sul campo di guerra le sue prestazioni.

Nel corso degli anni il marchio diventa uno dei maggiori produttori di armi e aggiorna l’arsenale con modelli sempre più all’avanguardia.

Quindi, la domanda sorge spontanea, com’è approdato al mondo delle auto?

Circa otto anni fa, giorno più giorno meno, nel 2013, dopo la bancarotta, il gruppo nel nuovo assetto allarga gli orizzonti, precisamente inizia a produrre robot e dispositivi telecomandati, mantenendo sempre la fabbricazione delle armi.

Nel 2018, colpo di scena: appare la limousine a zero emissioni e dal design in perfetto stile anni ’70, CV1.

L’anno successivo saltano fuori due progetti, che a quanto sembra solo ora hanno iniziato a muovere i passi verso le pratiche per l’omologazione.

Naturalmente, i nomi di entrambi i veicoli strizzano l’occhio a quelli dei fucili e sono: Izh UV-3 o Ovum 2 a tre ruote e IzhUV-4 o Ovum UV-4 a quattro ruote; aggiungiamo che quest’ultimo da lontano somiglia molto alla famosa Renault Twizy.

La loro missione è di agevolare il traffico delle città e contribuire alla mobilità del futuro a impatto zero.

Tutto quello che sappiamo, visto che l’azienda ancora non si sbilancia, la piattaforma di sviluppo è dell’UV-4, da quattro porte, quattro posti e dalle misure di 3,4 metri, 1,5 di larghezza e 1,7 di altezza.

L’estetica è essenziale, dalle prime immagini si notano i parafanghi, che evidenziano e delineano la carrozzeria di metallo e plastica, cui fiancate sono aperte o dotate di portiere semplificate.

Per le prestazioni, i dati sono rimasti fermi a quelli rilasciati nel 2019, la versione quadriciclo è equipaggiata con un powertrain da 68 CV, dall’autonomia di circa 150 km e sulla bilancia dal peso di 650 kg.

Ora, il mercato russo attende trepidante il debutto del mezzo e anche quello europeo, vista la sua mole rientra tra la categoria dei quadricicli pesanti e per le sue caratteristiche potrebbe conquistare una notevole fetta di mercato.

Fonte www.repubblica.it

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