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La giornata internazionale per le donne al volante

ROMA – “Una scossa in più per l’economia, da non sottovalutare”. Parola di Marta Garcia, Presidente WWCOTY, giuria internazionale di 50 giornaliste, che da oltre 10 anni si riunisce per votare l’auto dell’anno. “Non premiamo la migliore auto per le donne – ci tiene a dire subito – perché questa categoria non esiste: sul podio sale l’auto che nei 40 paesi che rappresentiamo è la migliore secondo parametri ben specifici, come sicurezza, comfort, consumi”. Il premio ovviamente è nato quando le donne ancora non erano “incluse” nell’automotive come oggi.  

Perché il 24 giugno? 

Il 24 giugno di tre anni fa è caduta l’ultima barriera al mondo per coloro che volevano mettersi al volante. L’Arabia Saudita ha tolto il divieto alle donne di guidare. L’ultimo ostacolo alla mobilità nel mondo, dunque, è stato rimosso. Un giorno da non dimenticare.  “Le donne costituiscono la metà della popolazione nella maggior parte dei paesi e possono dare all’industria una grande spinta. Connettersi con loro è un buon obiettivo – continua Garcia -. Purtroppo non sono state tradizionalmente il target per le case automobilistiche, nonostante tutto”. 

La presidente fa riferimento al passato. Dorothy Levitt (1882-1922) già nel ventesimo secolo, con uno specchio sulla sua compatta, aveva dato il via ad un’epoca di specchietti e sicurezza, per vedere le auto dietro di sé. Le strade non avrebbero linee divisorie se June McCarroll (1867-1954) non fosse stata ossessionata dalla riduzione delle morti su strada; Inoltre, in inverno, avremmo ancora portato probabilmente delle coperte a bordo se Margaret Wilcox non avesse inventato un sistema di riscaldamento per l’automobile e non l’avesse brevettato nel 1893. Il tasso di incidenti sarebbe molto più alto, inoltre, se un’altra inventrice, Florence Lawrence (1886-1938) non avesse progettato i primi indicatori di direzione. 

Un omaggio alle donne in auto del passato e del presente, dunque, la proposta del 24 giugno? Non solo.

 

Le donne al volante oggi 

L’occhio di bue si sposta sulle potenzialità delle automobiliste: enormi. Come detto, nei paesi avanzati il pubblico femminile influenza più dell’80% degli acquisti. In Germania il 42% di tutte le patenti sono in mano a loro, lo stesso in Spagna; nella Repubblica Ceca si arriva al 48%; in Canada e Nuova Zelanda al 49%; in Israele al 45%; in Argentina al 27%.  “Il 2021 sarà ricordato come l’anno in cui molte cose sono cambiate. Con le vendite ad uno dei minimi storici, pensiamo che le guidatrici possono essere la salvezza dell’industria – commenta Garcia -: il futuro dell’automobile potrebbe dipendere anche da loro”. 

Secondo Forbes, le donne rappresentano il 62% della clientela di veicoli nuovi, in paesi come gli Stati Uniti. Percentuali, dunque, in vertiginoso aumento rispetto al passato e che vedono anche un incremento tra gli addetti ai lavori, dalle concessionarie ai dipartimenti di ingegneria delle Case automobilistiche”.  

Anche un premio internazionale 

Per la giuria internazionale WWCOTY non è una novità l’efficacia del target femminile nel settore. Ogni anno alla premiazione dell’auto dell’anno si affianca anche il WOW, ossia il Woman of Worth Award, che riconosce a livello internazionale una personalità dell’industria o dello sport motoristico. 

Quest’anno il premio è andato alla defunta Sabine Schmitz, conosciuta anche come “regina del Nurburgring”, prima donna a vincere la 24 Ore, nel 1996. Edizione particolare, questa del post-lockdown, dove è nato il bisogno festeggiare anche chi rimane fuori dai riflettori: da lì la promozione di una giornata internazionale dedicata alle automobiliste. Tutte.

Fonte www.repubblica.it

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