ROMA – Diciamocelo francamente: la svolta elettrica imposta dall’Europa all’industria dell’auto lascia comunque perplessi. Le problematiche legate ad essa sono molteplici e sicuramente di difficile soluzione, oltretutto in un tempo relativamente breve come quello che ci separa dal 2035. Qualcuno storce e il naso e molti sollevano obiezioni nei confronti di un obiettivo che non è scontato si possa raggiungere, con il primo ostacolo rappresentato dalla necessità di disporre di energia elettrica pulita sufficiente.
Tra i primi marchi a farlo, l’Audi ha comunque già predisposto un programma a medio e lungo termine per adeguarsi alle future normative. Dal 2026 realizzerà solo auto elettriche, cessando la produzione dei motori termici nel 2033. La casa di Ingolstadt ha inoltre come obiettivo quello di avere un bilancio neutro in termini di emissioni di anidride carbonica entro il 2050. Per arrivare a questo non basta solo decidere di produrre auto elettriche. Ci vogliono ampi sviluppi di supporto che partono dalla conversione degli stabilimenti, affiancando per cominciare il programma Audi CO2 che prevede di ridurre le emissioni di anidride carbonica di ciascuna auto venduta di ben 1,2 tonnellate nel suo ciclo vitale. Nelle fabbriche è previsto inoltre un consumo d’acqua dimezzato entro il 2025 anche grazie al riutilizzo di parte di quella utilizzata in fase di produzione.
Probabilmente, il problema principale da risolvere adottando la svolta elettrica è quello di fornire di energia rinnovabile. L’Audi non può certo risolverlo da sola, dato che servono infrastrutture dedicate da parte dei fornitori e degli enti governativi. Da parte sua, il marchio tedesco si sta impegnando con il supporto della rete Ionity e dell’offerta di energia sostenibile del gruppo Volkswagen. Ci sono poi progetti per la realizzazione di impianti fotovoltaici di supporto, oltre a parchi eolici dedicati.
Nella scala di interventi per la riduzione della CO2 occupa un posto importante anche il riciclaggio dei materiali impiegati per la realizzazione delle auto. Già oggi l’Audi utilizza alluminio completamente riciclabile e il polimero plastico PET, quello usato per le bottiglie di plastica. Attualmente, con 45 di esse viene realizzato il rivestimento del sedile di una A3. Anche le batterie sono già oggetto di riciclo e smaltimento mirato nell’impianto di Salzgitter del gruppo.
Per concludere non va dimenticato il potenziale offerto dall’innovazione tecnologica, con soluzioni che permetteranno di ridurre ulteriormente le emissioni di anidride carbonica. Tra i più recenti ci sono filtri speciali per sedimenti, con un panorama di ricerca che spazia a 360 gradi in ogni settore utile.
Fonte www.repubblica.it