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L’altra faccia dell’auto elettrica: così potrà alimentare le nostre case

ROMA – Se siete possessori di un’auto elettrica ma la usate poco, in un prossimo futuro potrete utilizzare l’energia in eccesso della batteria per alimentare l’illuminazione o gli elettrodomestici di casa o fornirla alla rete pubblica. E magari vedervi riconosciuti anche dei benefit economici per i servizi forniti al sistema. Tutto questo sarà realtà con la diffusione della tecnologia Vehicle-to-Grid (V2G) che collega i veicoli elettrici alla rete energetica per sfruttare le batterie come stabilizzatori, accumulando energia quando viene prodotta in eccesso e cedendola nei momenti di picco dei consumi.

Nissan, il gigante inglese dell’energia E.On e Imperial College London, hanno realizzato un Libro bianco che mette in luce quali potrebbero essere gli effettivi vantaggi del Vehicle-to-Grid sui costi complessivi del sistema di alimentazione e si è scoperto che, se le spese iniziali di capitale e operative fossero compensate da politiche pubbliche di incentivazione, l’applicazione del V2G su larga scala potrebbe generare risparmi in Gran Bretagna tra 454 e 980 milioni di euro all’anno durante il prossimo decennio. La diffusione di questa tecnologia consentirebbe anche una riduzione delle emissioni di anidride carbonica dal sistema elettrico fino a 243 gCO2/Km, poiché i veicoli utilizzano, immagazzinano e forniscono energia pulita in relazione alla domanda di rete. Ciò consentirebbe anche ad ogni veicolo elettrico un risparmio sui costi operativi del sistema elettrico fino a 13.300 euro all’anno e un abbattimento della CO2 di circa 60 tonnellate all’anno.

Per le aziende che adotteranno il V2G come parte della transizione della flotta verso veicoli elettrici e a basse emissioni di carbonio, invece, secondo la ricerca, sarebbe possibile ottenere risparmi sui costi di ricarica da 775  a 1.385 euro l’anno per ogni veicolo. E’ ovvio che per arrivare a questi risultati bisognerà compiere una serie di passi per facilitare in futuro l’adozione di V2G. Per esempio, suggerisce la ricerca inglese, Ofgem, l’agenzia governativa inglese che gestisce le reti del gas e dell’elettricità, nelle future modifiche ai caricatori di reti dovrebbe considerare il possibile utilizzo del V2G e il governo dovrebbe dare la priorità all’infrastruttura V2G nello sviluppo di regolamenti per la ricarica dei veicoli elettrici.

Anche i servizi accessori e flessibili dovrebbero essere progettati tenendo conto dell’omologazione dei caricatori V2G. Oltre a ciò, dovrebbero essere offerti degli incentivi per sostenere il costo iniziale di acquisto e installazione di un caricabatterie V2G. A cominciare da Nissan, che è stata pionera nella sperimentazione della tecnologia Vehicle-to-Grid, sono molte le case automobilistiche che stanno raccogliendo la sfida. FCA, in particolare, grazie all’intesa con Engie EPS (player industriale che sviluppa tecnologie per rivoluzionare il paradigma nel sistema energetico globale) e Terna (l’operatore che gestisce la rete di trasmissione dell’energia elettrica in Italia) ha dato il via, a Torino, alla realizzazione del progetto pilota Vehicle-to-Grid per testare le potenziali connessioni dei suoi veicoli con la rete. Il progetto del Drosso nel comprensorio di Mirafiori rappresenta per FCA una prima mondiale. E, al suo completamento sarà il progetto sperimentale più grande al mondo tra quelli a oggi annunciati. La prima fase di costruzione dell’impianto ha previsto l’installazione di 32 colonnine V2G in grado di connettere 64 veicoli. In una seconda fase “full scale”, da sviluppare alla fine dei risultati di testing, si potranno collegare all’infrastruttura fino a 700 veicoli. I lavori per l’ampliamento sono previsti nel corso del 2021, mentre la messa in esercizio è prevista per il 2022

Fonte www.repubblica.it

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