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L’elettrico incombe e il mondo del lavoro chiede nuove professionalità

ROMA – L’accelerazione verso la mobilità alla spina avrà un forte impatto sull’occupazione del settore auto, che non solo subirà un forte ridimensionamento rispetto ai livelli attuali ma dovrà anche fare i conti con l’esigenza di nuove figure professionali, indispensabili per lo sviluppo della mobilità elettrica. Con le alimentazioni alternative ci si trova infatti di fronte a veri e propri impianti elettrici con tensioni elevate: superiori ai 200 volt in caso di batteria a corrente continua, ma che possono anche oltrepassare i 600 volt in alternata nell’alimentazione dei motori. Già oggi il meccatronico sta sostituendo il semplice meccanico. Ma a subire una vera rivoluzione saranno i manutentori e riparatori. Quelli di veicoli elettrici, infatti, dovranno essere tecnici altamente qualificati, in grado di intervenire in tutta sicurezza su un’alimentazione elettrica con tensione potenzialmente pericolosa. CSI e IMQ, società del Gruppo IMQ rispettivamente leader in Europa in tema di sicurezza automotive e sicurezza elettrica fanno, in una nota, il punto della situazione, precisando però che a indirizzare la formazione e l’operatività di questi nuovi tecnici al momento non è ancora presente una specifica normativa di riferimento. L’ambito di disciplina è stato quindi preso in prestito dalle norme e leggi sulla sicurezza elettrica e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. In particolare, il Decreto Legislativo 81/2018 assegna al datore di lavoro la responsabilità di dotarsi di tutte le misure appropriate affinché soltanto i lavoratori che abbiano ricevuto adeguate istruzioni e specifico addestramento accedano alle zone che li espongono ad un rischio grave e specifico quale, ad esempio, i lavori elettrici. La norma CEI 11-27, invece, fornisce gli elementi essenziali per le competenze e la formazione degli addetti ai lavori elettrici che, in base all’esperienza e ai compiti per i quali sono autorizzati, sono individuati come: Persona Esperta (PES) che può eseguire i lavori fuori tensione e in prossimità in autonomia; Persona Avvertita (PAV) che può eseguire i lavori fuori tensione e in prossimità solo se assistita da un PES; Persona Idonea ai lavori elettrici sotto tensione (PEI) che può eseguire i lavori in tensione. Ma la qualificazione del manutentore e del riparatore di auto ibride e elettriche non si ferma in fabbrica, in officina, in garage o dall’elettrauto, coinvolge tutti quegli ambiti nei quali il manutentore potrebbe trovarsi ad operare. Ad esempio, coinvolge chi si occupa di soccorso stradale e di servizi di rimorchio, che deve essere in grado di intervenire sul veicolo elettrico accidentato garantendo la totale sicurezza. O le società di leasing, car sharing, autonoleggio e i gestori di flotte aziendali e di veicoli commerciali e, infine, coinvolge anche le stazioni di smaltimento. Per poter fare manutenzione su auto elettriche e ibride è necessaria anche una conoscenza delle varie soluzioni costruttive offerte dal mercato della e-mobility. I veicoli elettrici offrono infatti una grande libertà di progettazione, con la conseguenza che ogni modello ha una configurazione a sé e vi è grande variabilità delle tecnologie presenti nell’auto su cui effettuare l’intervento. ‘’In questo contesto – precisa la nota – assume un ruolo centrale l’aggiornamento professionale con una formazione di qualità. CSI S.p.A., polo di riferimento europeo per il settore della sicurezza automotive, ha predisposto per questo due percorsi ideati per preparare gli operatori a lavorare in sicurezza sui veicoli ibridi e elettrici, fornendo anche le giuste conoscenze sui sistemi elettronici di assistenza alla guida presenti oggi sui veicoli’’. L’adeguata formazione e la professionalità acquisita però – conclude la nota – ‘’andrebbe poi garantita da una certificazione rilasciata da una terza parte, quale quella rilasciata da IMQ, leader nella certificazione del settore sicurezza elettrica’’.

Fonte www.repubblica.it

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