ROMA – Si chiama “Reimagining the auto industry’s future: It’s now or never” ed è il nuovo studio di McKinsey, che analizza il futuro dell’industria automobilistica nella prossima “normalità” definita dal Covid-19. Già, parlano proprio così, di “prossima normalità” perché i cambiamenti che il Coronavirus porterà al settore saranno permanenti, definitivi, fino a creare – appunto – una prossima normalità. Secondo McKinsey insomma non c’è una “nottata” che deve passare di De Filippo memoria, ma un rivoluzione definitiva. Non è un caso che lo studio da un lato indichi un crollo della redditività e stima che, a causa della pandemia, i primi 20 OEM (Original equipment manufacturer – produttore di apparecchiature originali) del settore auto mondiale vedranno diminuire i profitti di circa 100 miliardi di dollari nel 2020. Una cifra enorme, che corrisponde in pratica ad un calo di circa sei punti percentuali rispetto a soli due anni fa. Dall’altro “Reimagining the auto industry’s future: It’s now or never” afferma che, a livello operativo, la pandemia ha accelerato lo sviluppo dell’industria automobilistica, dando forma a molti cambiamenti positivi, come la crescita del traffico online e la maggiore disponibilità degli OEM gli “Original Equipment Manufacturer” (produttori di apparecchiature originali), ra collaborare con i partner – automotive e non.
Lo studio, quindi, illustra in maniera approfondita alcuni principi vincenti per i player del settore automobilistico, anche facendo dei parallelismi con i protagonisti di altri settori che hanno gestito con successo momenti simili e ne sono emersi più forti. I suggerimenti includono rivoluzione fondamentali. E la prima è quella di concentrarsi drasticamente sull’online, passare a flussi di entrate ricorrenti e ottimizzare la distribuzione degli asset attraverso partnership strategiche. Non solo, a testimonianza della rivoluzione in atto, gli esperti McKinsey suggerisce anche di utilizzare un approccio Zero-base budgeting (fare il bilancio partendo da zero), costruire una catena di fornitura resiliente e stabilire una forte dinamica decisionale. Ecco spiegata insomma, la “prossima normalità” che vivremo. Una bella rivoluzione, non c’è che dire.