ROMA – E’ di difficile interpretazione il primo trimestre dell’anno per il comparto automotive. I dati di vendita analizzati dall’Osservatorio Brumbrum evidenziano una prima parte dell’anno chiusa con il segno più rispetto allo stesso periodo del 2020. Risulta però quasi impossibile effettuare un paragone dei valori di marzo 2021 con quelli dello stesso mese dell’anno precedente, poiché coincidente con il periodo d’inizio dell’emergenza sanitaria che causò una quasi totale paralisi del settore.
Nel primo trimestre, le vendite del nuovo segnano una crescita del 28,6% rispetto al pari periodo dell’anno scorso, mentre l’usato cresce del 9,2%. Leggermente migliore il riferimento all’usato online (+15,3%), dato però falsato dal +81% fatto segnare a marzo 2021 rispetto allo stesso mese del 2020. Analizzando invece solo i mesi di gennaio e febbraio 2021, l’Osservatorio Brumbrum evidenzia che i risultati per le vendite dell’usato online sono molto negativi rispetto a quelli dell’anno precedente: -6,8% per il primo mese, -0,3% per febbraio, mentre paragonando i valori a quelli del 2019, il calo nel primo trimestre del 2021 è del 7,2%. Per due anni consecutivi quindi il primo trimestre dell’anno si è chiuso in negativo rispetto ai dati del 2019.
Un andamento molto simile è stato rilevato anche per quanto riguarda l’approvvigionamento di vetture, che a marzo 2020 registrò un brusco crollo per via delle misure adottate dal governo per il contenimento della diffusione della pandemia da Sars-CoV-2. Lo stock online segna un +5,9% rispetto al primo trimestre del 2020 (dato falsato dal +84% registrato a marzo 2021), mentre gennaio e febbraio 2021 sono stati negativi rispetto allo scorso anno, rispettivamente -16,2% e -12,8%. Anche in questo caso quindi, i dati del primo trimestre 2021 rispetto al 2019 sono alquanto infelici con una flessione complessiva del 13,6% rispetto a due anni fa.
“Si verifica quindi una carenza generalizzata del prodotto – sottolineano all’Osservatorio Brumbrum – l’incertezza economica ha fatto rimandare alla famiglie il cambio della vettura a date future, mentre i noleggiatori hanno prolungato i contratti in essere, riducendo così i volumi destinati all’usato. Per cui l’offerta di vetture usate in vendita è diminuita. Anche nei prossimi mesi vedremo dati ingannevoli di vendita, con percentuali di gran lunga superiori al 2020, ma la verità è che il settore è tutt’altro che uscito dalla crisi. Si spera di vedere nel prossimo futuro segnali di ripresa del mercato dell’auto, che soffre da oltre un anno. L’augurio è di poter raggiungere ed eventualmente superare nel più breve tempo possibile i risultati del 2019”. (m.r.)
Fonte www.repubblica.it