ROMA – Si chiama Old Lady ma l’Inghilterra non c’entra. E’ una Fiat 500 in marmo di Carrara, come una scultura del Bernini, bianca immacolata, realizzata in scala 1:1 dal giovane scultore Nazareno Biondo. Un’opera dapprima fatta emergere sulle rive del Po, il fiume che bagna la città dove la regina delle city car nacque dalla matita di Dante Giacosa, e adesso esposta presso l’ex teatro Paesana di Torino.
Il Cinquino di marmo è una fotocopia perfetta di quello vero. Oltre ad essere grande come l’originale, sono stupefacenti i dettagli: il tettuccio apribile, i tergicristalli, lo specchietto lato guidatore riverso su un fianco. L’idea che traspare è quella di una rottame gettato sulle rive del fiume più grande d’Italia come uno scarto, con qualche ammaccatura sulla carrozzeria di marmo e senza ruote, appoggiata cioè sui cerchioni.
“I segni degli anni trascorsi sono ben visibili, come testimonianza dei sacrifici compiuti in quei tempi dai nostri cari e che continuano a ripetersi nel tempo, generazione dopo generazione. Old Lady si collega a tutti gli altri miei lavori, nelle mie sculture ci sono letture critiche alla società e si trattano temi che non sono sempre carini da vedere, ci sono i vizi, la droga, il degrado”. spiega l’artista. “Per questo la scelta del posto, così bello di giorno ma dove non andresti mai a passeggiare di notte”.
Nato a Cafasse vicino Torino nel 1985 e diplomato presso l’Accademia Albertina di Belle Arti, Nazareno Biondo ha inaugurato il suo studio nel 2012, dove dal marmo fa emergere oggetti appartenuti alla vita quotidiana: un cerotto usato, mozziconi di sigaretta o lattine schiacciate rappresentati in grandi dimensioni. Dopo essersi cimentato con un’altra icona del made in Italy, la Vespa Piaggio, ha iniziato a lavorare alla Fiat 500 modellando un blocco di marmo di 15 tonnellate. L’opera è cava al suo interno: togliendo uno sportello, l’artista è riuscito ad entrare dentro il blocco di marmo, a svuotarlo e a creare l’abitacolo riproducendo gli interni in maniera strabiliante. “Molti di noi sono nati lì dentro, per davvero. A me interessava rappresentare l’uomo attraverso i suoi usi, per mostrare a cosa può arrivare la mente umana”.
Fonte www.repubblica.it