È stato per decenni uno dei grandi inquinatori dell’aria nelle città. Ma è stato anche considerato per prezzo e resa, il “re” delle strade. Più di metà del parco auto, in Italia, era alimentato da Sua Maestà il gasolio. Ma a forza di sporcare l’aria qualcuno se n’è accorto e in diversi Paesi europei, Italia inclusa, sono cominciate grandi campagne per toglierlo di mezzo, in particolare dalle grandi città come Parigi, Roma e Milano.
Il risultato è sotto gli occhi di tutti: a partire dai produttori che non scommettono più su questo tipo di carburante. Secondo gli ultimi dati solo il 39 per cento del parco auto va a gasolio contro il 44 della benzina, il 7% del gpl e il 5 delle ibride. Fine di un’epoca? Forse sì ma tutto dipenderà dall’esito della consultazione pubblica voluta dal ministero dell’Ambiente.
Il ministro dell’Ambiente Costa ha infatti annunciato la prossima mossa “green” del governo. Ovvero il progressivo allineamento delle accise (tasse di fabbricazione) che pesano sul gasolio a quelle più alte oggi della benzina. Se al termine della consultazione – che secondo il ministero dovrebbe chiudersi con agosto – ci sarà una “condanna” dei diesel, allora si andrà avanti con l’inserimento nella Legge di Bilancio di un meccanismo automatico di rincaro delle accise che potrebbe terminare nel 2030 per non danneggiare nel giro di pochi mesi il mercato e i proprietari.
L’incidenza delle accise sul gasolio è oggi 0,617 euro al litro contro contro 0,728 euro della benzina. In totale, secondo le prime stime, il cambio di passo (che include un passaggio progressivo verso sussidi riservati solo a sistemi di alimentazione non inquinanti) porterà nelle casse dello Stato circa 5 miliardi di euro.
“Cominciamo il percorso per abbandonare finalmente i sussidi ambientalmente dannosi e poter iniziare la stagione di quelli ambientalmente favorevoli nello spirito di quella transizione ecologica che era già necessaria ma che ora è ancora più urgente per costruire il New Green Deal dopo l’emergenza Covid” spiega il ministro dell’Ambiente Sergio Costa. “Si tratta di una grande occasione di partecipazione perché chiunque potrà contribuire alle consultazioni, che si chiuderanno a fine agosto, in modo da trasformare le proposte in articoli da inserire nella prossima Legge di Bilancio”.
Ma accanto alle richieste dei detrattori del diesel, bisognerà tenere conto anche di chi dice un secco “no” alla iniziativa del ministero. “La proposta del ministro Costa, di equiparare le accise tra benzina e gasolio con un aumento di 11 centesimi per il gasolio, oggetto anche di un sondaggio pubblico sul sito del ministero dell’Ambiente, seppur meritevole per la sua finalità, rappresenterebbe la morte assistita di quelle migliaia di aziende già in ginocchio a causa del fermo dell’economia causato dal coronavirus” ribatte Cinzia Franchini, imprenditrice modenese, portavoce del raggruppamento di piccoli imprenditori del trasporto merci Ruote Libere.