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Quei formidabili (e unici) racconti sul mondo delle corse

ROMA – Raccontare storie non è da tutti. Anzi, è una vera e propria dote. Così a qualcuno viene facile e naturale con il risultato di tenere tutti ad ascoltare a bocca aperta. Ne tirano fuori di tutti i tipi. Una per ogni occasione. Vere e anche se con qualche esagerazione importa poco. Quello che importa è, invece, la passione con cui le storie vengono raccontate, O meglio ancora come vengono ripescate dal passato. Dalla nostra storia e da quella degli altri.

Carlo Cavicchi è uno di questi, un formidabile raccontatore. Interprete di un’arte in via di estinzione. Di quelli che vorresti sempre sentir parlare (e scrivere). Di quelli che quando sei a tavola o a chiacchierare con gli amici hanno sempre la storia giusta. Cavicchi è un giornalista ma anche uno scrittore. Di quelli di razza, però. Una vita dedicata all’automobile e soprattutto alle corse. Mezzo secolo di mestiere, di reportage intorno al mondo, di incontri con i campioni. Una vita a scrivere delle competizioni ma anche dei sogni e delle emozioni che sono destinati a rimanere dentro chi li vive.

“L’altra faccia delle corse. 100+1 storie incredibili, divertenti e appassionanti conosciute da pochi e dimenticate da molti” di Carlo Cavicchi (Minerva Edizioni) racconta proprio questo universo. Lo attraversa di profilo, con delicatezza e stile per entrarci poi dentro. In profondità ma sempre con quella leggerezza che caratterizza la sua prosa. Ci sono personaggi famosi e altri quasi sconosciuti. Piloti di Formula 1 ma anche di Rally. C’è Ayrton Senna che usava sempre gli stessi guanti e voleva che nessuno nemmeno li sfiorasse. Enzo Ferrari che scriveva sempre con un pennarello viola e Nuvolari che non gareggiava mai senza la sua maglia viola.

C’è la divertente e incredibile storia di Tim Flock, campionissimo della Nascar (le gare americane), leggenda assoluta degli anni Cinquanta che non riusciva però più a vincere. E allora che fece il suo sponsor? Comprò un macaco e convinse il pilota a metterselo accanto, con tanto di tuta da corsa e casco. Il 16 maggio del 1953 Jocko Locko, così avevano chiamato il macaco, divenne la prima scimmia a vincere una gara.

Storie da leggere, una dopo l’altra ma anche in ordine sparso. La sorpresa non manca mai. Ce ne fossero di libri così…

Fonte www.repubblica.it

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