MILANO – Gli italiani sono pronti all’acquisto di un’auto elettrica? Qual è il loro approccio? L’Osservatorio Continental Mobilità e Sicurezza 2021 ha voluto capire se il Belpaese sia propenso e pronto al cambiamento (questo il video)
Dal 2035 l’Europa dirà addio alle vetture con motore endotermico, per far posto, esclusivamente, a quelle a zero emissioni.
Oltre un italiano su due vorrebbe acquistare un’auto elettrica, ma quasi il 44% è frenato dal costo ancora troppo elevato. Inoltre, tre su quattro hanno dichiarato di saper riconoscere un’auto elettrica e ibrida, ma solo il 47% sa esattamente cosa sia la versione ibrida plug-in.
I dati messi a disposizione da Euromedia Research, interpellata da Continental, dicono che il consumatore è comunque pronto al cambiamento, anche se non in tempi brevi. Oltre il 66% degli intervistati ha dichiarato di voler potenzialmente acquistare una vettura a batterie.
Fra i fattori limitanti c’è il costo ancora troppo elevato: un italiano su due, infatti, afferma di non avere un budget adeguato all’acquisto.
“L’Osservatorio 2021 ci racconta una società propensa e incuriosita alla svolta elettrica – ha dichiarato Alessandro De Martino, AD di Continental Italia – anche se non si fida del cambiamento. Il problema dipende dalla poca comunicazione che non abbatte ancora i pregiudizi. I più favorevoli al cambiamento sono senz’altro i giovani, mentre la più scettica è la popolazione adulta, nonostante abbia un potere d’acquisto maggiore. Indispensabile è l’educazione alla guida elettrica: bisogna far vivere l’esperienza direttamente al volante”.
Attualmente solo un italiano su otto ha avuto la possibilità di guidare un’auto elettrica. Il nostro Paese è in ritardo sulla diffusione dei veicoli a zero emissioni, nonostante gli incentivi all’acquisto siano fra i più alti d’Europa. Non esiste ancora una rete capillare di centraline di ricarica e i potenziali acquirenti nutrono ancora molti dubbi sulla durata della batteria. In Italia si vendono solo il 4% di vetture elettriche, rispetto al 10% dell’Europa e il parco circolante di auto elettriche è di soli 0.25 unità contro l’1,7% del resto del Vecchio Continente.
“Sul tema della mobilità elettrica c’è davvero tanta confusione – ha spiegato Massimo Nordio, Vice President Government Relations and Public Affairs Volkswagen Italia, presente alla conferenza stampa – nonostante sia il futuro del mondo automotive. C’è poca chiarezza e per questo motivo esistono ancora una serie di clienti potenziali che non si avvicinano per mancanza di certezze. E poi spesso circolano troppe fake news in merito. Ad esempio, il problema dello smaltimento delle batterie è certamente importante e fondamentale, ma non deve essere una preoccupazione dell’utilizzatore.
Bisogna avere una nuova visione. Anche per noi che costruiamo automobili. Significa entrare in attività nuove che, magari, in passato, si delegavano ad altri. Il Gruppo Volkswagen, ad esempio, ha scelto di occuparsi del ciclo totale della costruzione delle batterie: dalla progettazione, allo smaltimento. Abbiamo annunciato la creazione di sei giga factory in Europa: la prima in Svezia, poi in Germania e poi ancora in Spagna. E poi bisogna standardizzare le piattaforme. Dal 2025 il Gruppo Volkswagen produrrà le vetture elettriche su un’unica piattaforma, la SSP; questo nello spirito di allargare la diffusione delle vetture a zero emissioni. Bisogna standardizzare per abbattere i costi. Dobbiamo poi entrare anche nel mondo dei sistemi di ricarica. In Italia mancano le reti ad alta potenza. Noi, come Gruppo Volkswagen abbiamo firmato un accordo con Enel X per costruire 3000 punti di ricarica veloce su tutto il territorio nazionale. È necessario che tutti facciano un lavoro di squadra per il raggiungimento dell’obiettivo finale”.
“Deve esserci un’alleanza fra tutti gli operatori della filiera – ha concluso Alessandro De Martino – proponendo canoni anziché listini, comprendenti, ad esempio, wall box a condizioni interessanti, così come la disponibilità occasionale di auto con motore tradizionale per il weekend o i viaggi lunghi. La corretta comunicazione è in dispensabile per la giusta cultura della diffusione dell’auto elettrica”.
Fonte www.repubblica.it