ROMA – Luca De Meo, da luglio Ceo di Renault ha già pronto il suo piano per uscire dalla crisi. Il manager che proprio in questi giorni ha fatto le sue prime uscite pubbliche in occasione dell’evento parigino “Renault eWays”, non nasconde però la difficoltà del momento e la grande sterzata che dovrà effettuare per riportare il colosso francese “là dove deve stare”.
Intanto, ci sono i conti da sistemare: “Nel primo semestre – dice De Meo – abbiamo messo una bilancio una perdita di 7,3 miliardi di euro e di questi quasi 5 vengono dall’alleanza. La liquidità, comunque, è solida e già negli ultimi mesi mi sembra di rivedere una situazione molto diversa. Soprattutto segnali di ripresa riguardo la capacità dell’azienda di fare margine”.
Quello che il manager, già numero uno di Seat e che proprio alla Renault ha mosso i primi passi, sta cercando di fare è di cambiare l’approccio al mercato. Puntando non più (o almeno non soltanto) sui volumi ma sul valore. L’idea? Passare dalla quantità alla qualità: “Nessun giudizio di merito sul passato – spiega De Meo – però considerata la situazione di Renault e il contesto generale mi sembra logico e corretto abbandonare l’idea che ha guidato il marchio negli ultimi 10 anni, ovvero quel desiderio di entrare per forza nel club dei 10 milioni di veicoli da vendere ogni anno. Dobbiamo fare una pausa e ricentrare il lavoro su progetti che creano lavoro. Su nuove scelte di prodotto, e decidere su quali mercati puntare”.
De Meo, però, in questi primi mesi alla Renault ha scoperto anche molte cose interessanti. Come il grande livello di competenza e la modernità con cui sono stati affrontati molti temi del futuro: “La piattaforma elettrica per il segmento C che abbiamo appena presentato è di grande livello. La risposta a Volkswagen. Così come quando guardo a costi e performance della tecnologia ibrida E-Tech: sono convinto che abbiamo dato la nostra risposta forte alla strategia ibrida di Toyota”.
Per quanto riguarda l’Alleanza, De Meo non nasconde certo il momento difficile sostenendo che il problema è quello di “trovare il modo per riattivarla su progetti concreti e la necessità di ottenere buone performance da entrambi. Questa è la prima priorità. Dobbiamo riuscire a trovare progetti su cui unire le forze e portare tranquillità a un matrimonio che era andato in crisi”.
E a proposito di progetti resta il problema dell’alto di gamma francese. De Meo al riguardo ha le idee piuttosto chiare: “La storia della Renault è punteggiata da questi tentativi un po’ maldestri per far concorrenza ai tedeschi. Il nostro punto di partenza deve essere un altro: realizziamo il 70% dei volumi tra i segmenti A e B per questo dobbiamo scappare dall’alto e riposizionarci sul segmento C, il cuore del mercato europeo. Quello è il posto della Renault con la Megane: la sua piattaforma per più modelli, un concetto rivoluzionario”.
Nessuna crisi, invece, riguardo alla Dacia, il marchio low cost rumeno che sta facendo numeri e modelli di enorme successo. Un vero e proprio fenomeno di mercato: “Sono stato in Romania recentemente e posso assicurare che la performance della Dacia è impressionante. Mai visto una cosa del genere. Sto quindi cercando organizzare una nuova strategia che riesca a farla volare da sola e non come una sottomarca Renault ma un vero brand a tutto tondo”. Fonte www.repubblica.it