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Rincari carburanti, stangata da 190 euro a famiglia

ROMA – Non c’è tregua per gli automobilisti italiani che in questo periodo sono alle prese con i rincari dei prezzi dei carburanti. La corsa al rialzo dei listini di benzina e diesel avrà effetti pesanti per le tasche dei consumatori e determinerà, secondo Assoutenti, associazione dei consumatori specializzata in trasporti, una stangata che solo per i maggiori costi diretti di rifornimento sarà pari a 190 euro annui a famiglia. “Oggi un litro di benzina costa l’11,5% in più rispetto a maggio 2020, + 11,1% il diesel – sottolinea Furio Truzzi, presidente dell’associazione – Tradotto in soldoni, per un pieno di benzina ad un’auto di media cilindrata si spendono oggi 7,85 euro in più rispetto a 9 mesi fa, e +7 euro per un’auto alimentata a gasolio. Su base annua l’aggravio di spesa raggiunge quota +190 euro solo di costi diretti. Ma il rialzo dei carburanti alla pompa produce conseguenze negative anche in altri ambiti: determina infatti rincari per i prezzi dei prodotti trasportati, considerato che in Italia 80% delle merci viaggia su gomma, con incrementi dei listini specie per ortofrutta e alimentari, e ha effetti diretti su energia e bollette, senza contare i maggiori costi a carico dell’industria e del comparto trasporti. Effetti indiretti che vengono scaricati sui consumatori attraverso un incremento dei prezzi al dettaglio e delle tariffe”. Assoutenti denuncia inoltre il peso delle accise che grava pesantemente da anni sui costi dei carburanti e rivolge un appello al nuovo Governo affinché provveda a sanare questa anomalia unica nel panorama europeo.

“Ad incidere su tale situazione è la tassazione abnorme che pesa sui carburanti, e su cui nessun Governo ha finora messo mano: oggi su ogni litro di benzina i cittadini pagano il 66% di tasse, il 62,4% sul gasolio – ha aggiunto Truzzi – Per tale motivo Assoutenti chiede al nuovo Governo Draghi di intervenire sulla tassazione relativa ai carburanti, riducendo il peso di accise e Iva che portano i listini italiani di benzina e gasolio ad essere tra i più alti d’Europa, alleggerendo la spesa delle famiglie oggi più che mai impoverite e in difficoltà a causa dell’emergenza Covid. Nel contempo è necessario intervenire sull’andamento del prezzo del petrolio per evitare speculazioni che configurano ipotesi di reato come l’aggiotaggio e violazioni della concorrenza tramite illeciti cartelli”. E sul problema del rincaro del prezzo dei carburanti si unisce al coro delle proteste anche il Codacons: “L’Italia torna ai vertici della classifica dei paesi Ue dove i carburanti costano di più: mediamente nel nostro paese la benzina costa il 10,7% in più rispetto alla media europea. Con una media di 1,522 euro al litro, l’Italia si colloca al quarto posto dopo Olanda (dove un litro di verde costa 1,674 euro), Danimarca (1,543 euro/litro) e Finlandia (1,533 euro/litro). La situazione però si ribalta se si confrontano i prezzi dei carburanti al netto delle tasse: l’Italia, con una media di 0,50146 euro al litro per la benzina, si colloca agli ultimi posti in Europa, e il costo del carburante senza tasse risulta inferiore del 4,5% rispetto la media Ue (che è pari a 0,5252 euro al litro)”. (m.r.)

Fonte www.repubblica.it

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