ll motorismo storico non è solo un fenomeno per ricchi e riservato ad una ristretta fetta di popolazione, grazie anche a decine di autovetture di fasce più basse, che partono dalla mitica Fiat 500. Giro d’affari del settore 2,2 miliardi di euro
Un giro d’affari valutato oltre due mld di euro, ambasciatore dell’Italia nel mondo, in forte espansione anche perché considerato, in molti casi, bene rifugio alternativo: è il settore dell’auto e delle moto d’epoca, nel quale il nostro Paese eccelle per prodotti e qualità di restauri. La storia motoristica tricolore ci ha consegnato modelli apprezzati in tutti i continenti, che oggi rappresentano anche il volano di affari consistenti. Non è un caso che proprio l’Italia, con la Ferrari, vanta l’auto più costosa di tutti i tempi e il maggior numero di modelli nella speciale classifica. Nell’olimpo delle aste svetta la Ferrari 250 GTO 1963, battuta nel 2013 per 52 milioni di dollari, primato ancora oggi detenuto. A seguire altre sette vetture della casa di Maranello ed una Alfa Romeo tra le prime dodici auto con quotazioni dai 10 mln di euro in su. A gareggiare con il primato italiano sono i tedeschi, ma il valore aggiunto italiano e’ rappresentato dai carrozzieri, come Pininfarina, Bertone, Zagato che hanno consegnato alla storia modelli unici e stilisticamente inarrivabili, vere e proprie ‘sculture in movimento’ esposte al Moma di New York assieme a De Chirico e Picasso.
Ma il motorismo storico non è solo un fenomeno per ricchi e riservato ad una ristretta fetta di popolazione, grazie anche a decine di autovetture di fasce più basse, che partono dalla mitica Fiat 500. Secondo lo studio dell’Istituto Piepoli, commissionato dall’Automotoclub storico italiano (Asi), il 10% della popolazione (6 mln) si dichiara appassionato, mentre due italiani su tre (circa 32 milioni) manifestano interesse per il comparto e hanno assistito a eventi dedicati. Di questi, ben il 45% pensa o immagina di acquistare, prima o poi, un’automobile o una moto d’epoca. La consistenza del fenomeno si traduce anche in un consistente indotto, pari a 2,2 miliardi di euro, praticamente una manovrina, secondo economicamente solo al calcio. A comporre il valore complessivo sono in massima parte due voci: le spese per le manutenzioni e il restauro (62% del totale) e il turismo legato agli eventi. La passione per le auto d’antan, dunque, unisce da Nord a Sud, attraverso decine di mostre e mercatini. E anche in questo campo l’Italia eccelle con il Salone dell’auto e moto d’epoca di Padova, il più grande d’Europa, che dal 1990 è un punto fisso per i visitatori di tutto il mondo. L’edizione 2018, in programma dal 25 al 28 ottobre, punta a stracciare il record del 2017 con 115 biglietti staccati, 660 espositori e poco meno di 5 mila auto in vendita. Ma il settore, nonostante l’avvento dell’elettrico, può crescere ancora, dando una mano anche al Pil. E su questo punto la competenza e’ del legislatore, come ha ricordato il presidente dell’Asi, Maurizio Speziali.
“le nuove sfide – ha sottolineato – riguardano la circolazione dei veicoli certificati storici nelle città e una nuova politica fiscale per ampliare il giro d’affari, che si traduce anche in occupazione specializzata a livello mondiale. Non a caso l’Unesco ha riconosciuto l’importanza della protezione e della conservazione del patrimonio motoristico mondiale”.