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Seduzione Alpine, la sostenibile leggerezza di una supercar

ROMA – L’equilibrio aureo tra leggerezza, design e potenza offerto dall’Alpine A110S – versione modern classic della vettura che dominò la corsa Criterium des Alpes nel 1954 e quindi il Mondiale di Rally nel 1973 – assicura sensazioni sempre più rare nel panorama automobilistico contemporaneo attraverso un’esperienza di guida pura, precisa e non filtrata.

Con due posti secchi, aerodinamica evoluta ed appena 1.114 chili di peso sospinti da 292 cavalli inviati alle sole ruote posteriori dal 1.8 turbo benzina, la nuova Alpine A110S attualizza la già ottimale impostazione tecnica delle origini arricchendola con utili tecnologie moderne ed omaggi al proprio heritage da più prospettive. Le memorie dei trionfi al Col de Turrini – epica tappa del rally di Montecarlo in cui la sportiva francese ha scritto fondamentali capitoli della sua favola  – emergono infatti forti e chiare nelle scelte stilistiche, nel sensazionale comportamento sotto stress della “berlinetta” e nella messa a punto generale di assetto e comandi. 

La via più diretta per raggiungere l’idillio con l’Alpine arriva, nomen omen, nelle strade di montagna e percorrendo la provinciale che conduce alla vetta più alta del Lazio, l’esuberante bi-posto transalpina a trazione posteriore ha dimostrato proprietà dinamiche da vera sportiva e per veri appassionati. Superati i circa sessanta chilometri di strada con partenza dal centro di Roma – contesto nemico per gli assetti rigidi come quello dell’Alpine – ed il noioso tratto di consolare a velocità costante, le spettacolari curve in salita verso l’altipiano del Terminillo hanno messo in risalto le qualità prestazionali che caratterizzano storia e raison d’etre del modello. Al netto della pregevole presenza estetica, l’Alpine è un vettura per veri intenditori della guida e con pochissime rivali (in primis Toyota Supra e Porsche Cayman). Il modello brilla di luce propria alle voci design, handling, suoni, maneggevolezza e quando il percorso richiede impegno e concentrazione, il piacere di manovrare sterzo, cambio (un doppia frizione a sette rapporti con palette al volante) e pedali aumenta esponenzialmente ad ogni gesto, allungo, frenata o accelerazione.

I tratti salienti dell’esperienza Alpine vanno ricercati innanzitutto nella sua proverbiale capacità d’instaurare un rapporto simbiotico con il conducente. L’abitacolo – curato con attenzione anche se un po’ angusto per i più alti e con pochi vani portaoggetti – è orientato verso la massima connessione tra uomo e macchina ottenuta da sedili sportivi avvolgenti, innumerevoli dettagli racing ed una posizione di guida ottimale. Prendere confidenza con il mezzo e carpirne le reazioni, diventa così una pratica da pochi chilometri perchè anche nelle manovre vicine al limite, il baricentro rasoterra incrementa stabilità e grip meccanico, lo sterzo perfettamente tarato necessita di pochissime correzioni e le sospensioni copiano ogni ondulazioni dell’asfalto trasmettendo ulteriore padronanza all’azione. La somma degli elementi rallystici (quindi tarati sulla massima prestazione stradale) uniti all’encomiabile leggerezza dell’Alpine, convergono verso un’agilità di rotazione in curva e nei tornanti difficilmente reperibile altrove. Il medesimo ragionamento riguarda le movenze da sportiva puro sangue in cui le ruote posteriori, sono chiamate a gestire 292 cavalli e 320nm di coppia. Numeri buoni per una 0 -100 in 4.4 secondi e 260 orari di velocità massima ed alcuni dei motivi per cui la danza ad alti ritmi dell’Alpine A110S (prezzo da 68.800 euro) – riconoscibile dalle bandiere sui montanti posteriori in fibra di carbonio, tetto in carbonio, scritta arancione e nera sul retro, pinze dei freni arancioni e ruote “GT Race” con finitura scura – impone padronanza e cautela. Soprattutto quando i margini della carreggiata sono delimitati da neve e ghiaccio e la mappatura è in Sport. Quest’ultima è però una delle poche concessioni di matrice moderna alle dinamiche di guida assieme al controllo di trazione completamente disattivabile.

Se il manto è scivoloso è tuttavia consigliabile confinare l’operazione TC Off alla pista. Il retrotreno dell’Alpine può essere estremamente scalpitante e sebbene il limite dell’aderenza resti elevato, è consigliabile approfondire la gestione del sovrasterzo tra i cordoli. Come detto, l’Alpine è concepita e preparata per eccellere nelle condizioni mutevoli dell’asfalto stradale, ma nel corso dei circa dieci giri effettuati sulla pista di Vallelunga, divertimento e coinvolgimento hanno raggiunto nuovi apici. I quaranta cavalli in più della A110S rispetto all’Alpine “base” da 252Cv, si sentono tutti e le sospensioni di tipo passivo con nuove molle elicoidali sono più rigide del 50 percento a beneficio della reattività e precisione. La versione S dell’Alpine A110 può inoltre contare s’una barra stabilizzatrice ancora più leggera e rigida e pneumatici Michelin Pilot Sport 4 a mescola specifica. L’altezza da terra è stata infine ridotta di 4 mm e le tante schermate dedicate alla telemetria consultabili dallo schermo touch (che include navigazione, supporto smartphone, funzionalità digitali integrate) permettono di monitorare tempi su giro, forza-g e molti altri parametri attinenti alle emozionanti performance di un modello originale, divertente e stilisticamente affascinante.

Fonte www.repubblica.it

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