Giù dal podio: nella classifica dei comuni che spendono più per la polizia Municipale Roma è stata appena spodestata da Venezia finendo ad un misero quarto posto. E’ questo il risultato dello studio della Fondazione Openpolis (organo indipendente e senza scopo di lucro che promuove progetti per l’accesso alle informazioni pubbliche, la trasparenza e la partecipazione democratica) sulle spese dei Comuni italiani per le Polizie Locali.
In questo settore il primato va a Milano: 141,94 euro pro capite, pari complessivamente a quasi 200 milioni di euro. Al secondo posto, poco distanziato è il comune di Firenze (138,92 euro pro capite), seguita da Venezia (121,67) che ha aveva una spesa di 92,30 euro pertanto con un importante investimento di oltre 30 euro procapite rispetto al 2017, Roma (117,03) e Torino (108,04). Nella classifica segue Genova che spende 100,42 euro, seguita da Bologna (98,56), Bari (92,89), Padova (86,45), Napoli (77,98). Tra le grandi città quelle a investire di meno in questo settore sono Trieste (72,20 euro pro capite), Verona (61) e Messina (54,64).
La fonte su cui si sono basate le analisi sono i bilanci consuntivi dell’anno 2019, con riferimento al 31 dicembre e stupisce davvero il caso di Roma. In primo luogo per i numeri degli incidenti stradali – che più volta Repubblica ha messo sotto i riflettori – perché nella capitale sono fuori da ogni possibile parametro, perfino logica. Basti dire che un terzo dei morti delle metropoli italiane sulle strada arriva da Roma. Una statistica impressionante, che trova una spiegazione “unendo i puntini” del degrado della città. Ossia la segnaletica mal ridotta, la cronica mancanza di autovelox, di etilometri (di “drogrometri” manco a parlarne), la polizia municipale sotto organico.
Ma il secondo aspetto che stupisce è quello legato al colossale territorio romano da controllare: circa 1.300 km², con 16.000 strade diverse equivalente a 5.500 km. A fronte dell’allarmante dato sugli incidenti stradali il comune si è sempre trincerato dietro la vastità del comune di Roma. Ma allora perché si spende così poco per la polizia municipale?
“Lo studio della Fondazione Openpolis – spiegano però all’Asaps, associazione amici polizia stradale – è preciso: nel documento di bilancio il comune può quindi inserire le spese sostenute per la Polizia locale, legate al funzionamento e all’amministrazione dei servizi che mirano a garantire le varie tipologie di compiti in materia di sicurezza. Moltissime sono le voci relative alle spese, che ogni amministrazione comunale specifica in atti approvati all’interno del Consiglio comunale. Dalla polizia stradale alla polizia amministrativa, dalla polizia giudiziaria alla tutela dell’ambiente e ai controlli in ambito urbano, le spese necessarie al buon funzionamento degli uffici, portano ad una vera e propria classifica che intende evidenziare le amministrazioni che hanno maggiormente speso per le proprie Polizie locali”. I dati mostrano la spesa pro capite per cassa riportata nell’apposita voce di bilancio. Spese maggiori o minori non implicano necessariamente una gestione positiva o negativa della materia, certo, ma con un comune così grande, come quello di Roma, è difficile giustificare una spesa inferiore a quella di Firenze o Venezia.
Fonte www.repubblica.it