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Silk-Faw, la strana alleanza per l’auto elettrica nella motor valley emiliana

BOLOGNA – C’è un graffio minaccioso sulla mappa della Motor Valley, il segno di un artiglio americano-cinese che marca il territorio. Un’area grande come 33 campi di calcio che vuole riscrivere la storia ed eccita i più curiosi. A un tiro di schioppo dalla Ferrari, dalla Maserati, dalla Lamborghini, dalla Pagani e dalla Dallara sta per nascere una fabbrica che promette mille posti di lavoro e un giro di denaro capace di attizzare la Regione Emilia Romagna che guarda sempre alle eccellenze come medaglie da mettersi al petto.

Si sono alleati la società statunitense di engineering Silk-EV e il colosso dell’auto cinese Faw (il partner del Gruppo Volkswagen al di là della Grande Muraglia) per invadere il cuore dell’eccellenza motoristica mondiale, e hanno scelto strategicamente dove sistemarsi, a due passi dall’uscita dell’autostrada del Sole a Reggio Emilia, attaccati alla fermata dell’Alta Velocità, a pochi chilometri da un paio di università che in regione sfornano a raffica ingegneri, e dagli istituti professionali più qualificati d’Italia, L’Aldini Valeriani di Bologna e il Corni di Modena che da sempre hanno fatto la fortuna delle eccellenze motoristiche locali.

I piani sono così aggressivi che non possono essere sottovalutati: una fabbrica, un Centro Stile e un centro direzionale per un attacco come mai si era visto prima, peraltro muovendo dall’Italia dove le aziende straniere dell’auto non erano mai riuscite a dar vita a loro impianti se non acquisendo qualcosa  di già esistente.

La scelta della Motor Valley non è quindi casuale: lì c’è tutto quello che serve, le competenze, la cultura, la manodopera esperta; e con grossi capitali a disposizione e progetti chiari non è stato difficile attirare i cervelli migliori, peraltro tutti italiani perché per costruire auto di sogno ci vuole chi le sa fare.

A capo del design è stato messo Walter de Silva, una matita benedetta capace di vincere con cinque sue vetture differenti il titolo di “Auto dell’Anno”. Farà avanti e indietro dalla sua Monaco di Baviera dove ha messo le radici, ma sta raccogliendo i suoi uomini più fedeli, ormai sparsi  in tutto il mondo, per sistemarli in pianta stabile a Reggio Emilia ad allevare un folto gruppo di giovani che imparerà in fretta a disegnare il meglio.

Ma le automobili, soprattutto quelle ad altissime prestazioni, non dovranno essere soltanto belle ma dovranno anche stupire per il loro comportamento su strada. Ecco allora che a comandare tutto c’è il geniale Roberto Fedeli che si è imposto in Ferrari (fantastica la sua California del 2008) e poi è passato al Centro Ricerche FCA a Torino dando vita in particolare a una vettura dalla guidabilità inarrivabile come l’Alfa Romeo Giulia. Sotto di lui, a capo dello sviluppo prodotto, c’è Carlo Della Casa soffiato alla Lamborghini dov’era direttore tecnico da due anni e dopo cinque anni passati a creare le McLaren stradali. Al suo fianco Davide Montosi, genio del software con alle spalle 9 anni in McLaren e ben 10 in Ferrari. Insomma vengono tutti dal meglio, come Katia Bassi, bocconiana, managing director con tanta esperienza in Ferrari, in Aston Martin e infine in Lamborghini dove è stata la prima donna ad entrare nel consiglio direttivo. Infine, c’è nientemeno che Amedeo Felisa che è stato consulente di Jonathan Krane (Chairman & CEO di Silk-FAW).  

Ecco, uno staff così può soltanto pensare in grande, a vetture aggressive e a supercar ambiziose. Tutte elettriche tranne che la prima che verrà  realizzata, la S9: un motore quattromila biturbo con in aggiunta tre motori elettrici e capace di una potenza finale di 1.400 cavalli tanto per far capire che nessuno vuole scherzare. Tutti i motori elettrici nasceranno in fabbrica e saranno di nuova generazione perché se assalto deve essere che lo sia fino in fondo. A Reggio Emilia nasceranno anche le S7, sia SUV che berlina mentre le più piccole S5 e S3, sempre in due versioni, verranno concepite in Italia ma verranno prodotte in Cina con numeri troppo grandi per la fabbrica italiana.

Se la S9 è già stata presentata a settembre durante la Milano Design Week, c’è tanta curiosità per la SUV S7 alla cui linea sta lavorando De Silva: una vettura che promette di essere differente dai canoni che vanno per la maggiore e che potrebbe davvero stupire anche se manca ancora qualcosa di fondamentale per arrivare alla linea finale: il marchio. Sì, perché le nuove automobili dovranno far parte di un brand preciso, il cui nome ancora non è stato definito. Dovrà essere chiaro, europeo e intrigante. Ci stanno lavorando giorno e notte perché, soltanto dopo, il design potrà definire quell’identità di prodotto che è indispensabile per avere successo. Questo significa un logo attorno al quale creare quel senso di famiglia che deve caratterizzare tutti i modelli.

I piani sono molto aggressivi perché si parla di 2023, tra un anno e mezzo, massimo due anni per la prima vettura sul mercato. Ma qui forse si è corso un po’ troppo, perché organizzare tutto, compresa la rete commerciale, è complesso. Pertanto un po’ di prudenza sulle date non farebbe male: fosse anche il 2024 nessuno si scandalizzerà.

Fonte www.repubblica.it

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