MILANO – Basta poco, una frase durante un’intervista o una ricerca di personale in Cina, per scatenare le illazioni sulla prossima sorpresa di Elon Musk, il geniale patron di Tesla capace di andare nello spazio con la stessa disinvoltura con cui vende automobili. Elettriche naturalmente, perché con la creazione di Tesla il mondo della mobilità elettrica è cambiato passando dalla prudenza per una tecnologia bambina alla spregiudicatezza di chi vuole dimostrare che l’auto a batteria è possibile, ora e subito.
Il nuovo step proposto da Musk è la realizzazione di una vettura compatta, e soprattutto economica, in base alla considerazione (non così geniale) che “le Tesla non sono abbastanza accessibili” e che occorre mettersi in concorrenza con la parte più consistente del mercato.
Dopo l’esperienza della Model 3, annunciata come l’auto da 30.000 dollari ma in realtà ancora elitaria come prezzo, anche Musk si è arreso al fatto che una vettura complessa prodotta negli USA non poteva essere competitiva a livello globale. Meglio quindi andare dove la mobilità elettrica è più forte e protetta: quella Cina che garantisce un mercato sterminato e bassi costi.
La Gigafactory di Shanghai (nel distretto di Fengxiang) è già attrezzata per produrre le Model 3 destinate al mercato locale ma le sue dimensioni sono tali da consentire di ampliare la capacità produttiva ad altri modelli; il posto giusto quindi per pensare di far nascere una vettura più popolare e non solo per la Repubblica Popolare ma per tutto il mondo.
Una pesante campagna di reclutamento lanciata da Tesla per tutte le figure utili a creare un efficiente centro di ricerca e sviluppo di nuovi progetti ha suscitato immediatamente tutte le illazioni possibili a partire da quella che dalla Cina dovrebbe partire l’ulteriore offensiva Tesla con la “Tesla da 25.000 dollari”, quella che per tutti sarebbe la Model 2.
È chiaro che se le cose stessero così il celebre marchio elettrico entrerebbe a gamba tesa nel mercato delle vetture compatte, mettendosi in concorrenza diretta con i modelli sui quali i maggiori costruttori occidentali, giapponesi e coreani hanno impostato la loro strategia di conquista.
Musk è (al momento, ma non si sa mai) evasivo sui modi e i tempi del progetto, ma basta la sola illazione a suscitare confronti anticipati con la Volkswagen ID3, la Nissan Leaf, la Hyundai Ioniq e così via. Di sicuro questa eventualità sarà l’esame di laurea di Tesla per dimostrare di essere un costruttore globale a tutti gli effetti e d’altra parte la verifica della capacità dei costruttori “tradizionali” di confrontarsi con il rappresentante dell’innovazione più spinta.Fonte www.repubblica.it