ROMA _ La pandemia di coronavirus non solo ha creato una crisi sanitaria globale, ma sta diventando una minaccia anche per l’ambiente. Lo dimostrano i 6,88 miliardi di mascherine usa e getta (circa 206.470 tonnellate) che ogni giorno vengono inviate in discarica o incenerite. Inoltre, secondo l’ultimo aggiornamento di novembre della Commissione Ecomafie, in Italia con il Covid sono state prodotte circa 300 mila tonnellate di rifiuti, composti da guanti e soprattutto da mascherine. Un enorme problema, insomma, a cui gli accademici australiani del Royal Melbourne Institute of Technology hanno trovato una possibile rivoluzionaria soluzione: riciclare le mascherine in una soluzione di economia circolare che ne preveda il riutilizzo come materiale aggregato da utilizzare per la costruzione del manto stradale.
Gli scienziati, che hanno pubblicato il loro studio sulla rivista Science of Total Environment, hanno infatti scoperto che sminuzzando le mascherine e miscelandole assieme al calcestruzzo demolito, ottenuto cioè a sua volta dal riciclo delle macerie di edifici, si ottiene un materiale più duttile, flessibile e resistente, che permetterebbe la costruzione di strade e marciapiedi più sicuri in quanto maggiormente in grado di sopportare le pressioni dei veicoli e prevenire la comparsa di fessure. Non solo. Per realizzare un solo chilometro di una strada a due corsie potrebbero essere utilizzati circa 3 milioni di mascherine, il che impedirebbe a 93 tonnellate di rifiuti di raggiungere le discariche.
Nel loro studio i ricercatori australiani hanno testato diverse percentuali di mascherine sminuzzate da aggiungere all’agglomerato riciclato ed hanno scoperto che la miscela ideale prevede l’1% di rifiuti di mascherine con il 99% di aggregati di calcestruzzo riciclato (RCA). Questa mistura permetterebbe la costruzione di strade “migliori, più forti e più flessibili”, scrive il responsabile della ricerca Muhammad Saberian. E’ conforme agli standard di sicurezza dell’ingegneria civile e aiuterebbe a smaltire la gran quantità di rifiuti generati dai dispositivi di protezione dal Covid. “Abbiamo bisogno di strade flessibili, per meglio sostenere i carichi del traffico – spiega Saberian – e questo materiale aggregato offre buone proprietà di flessibilità… Siamo stati ispirati dall’idea di studiare soluzioni di economia circolare per ridurre i rifiuti generati dalla pandemia”. In un lavoro correlato, gli autori hanno anche esaminato la possibilità di usare le mascherine sminuzzate come materiale aggregato per la produzione di calcestruzzo e i risultati preliminari, riferiscono gli scienziati, sono stati molto promettenti.
Fonte www.repubblica.it