ROMA – La maggiore complessità delle automobili e la crescita del numero di richiami da parte delle stesse Casa costruttrici o per iniziativa di enti esterni hanno fatto esplodere la spesa globale per gli interventi sui veicoli e, parallelamente, i costi delle cause legali e degli indennizzi. Lo evidenzia l’ultima edizione dello studio Allianz Global Corporate & Specialty (AGCS) in cui l’automotive è uno dei settori analizzati attraverso le statistiche e gli approfondimenti delle compagnie assicurative di tutto il mondo.
In Europa il 2019, ultimo anno preso in considerazione, ha visto un numero elevato di richiami con un picco – 158 procedure pari al + 75% – nel primo trimestre del 2019. AGCS sottolinea anche è il valore più alto nella storia di Safety Gate, il sistema di allarme dell’Ue per i prodotti pericolosi non alimentari. In totale i richiami di veicoli a motore nell’Unione hanno raggiunto quota 475 nel 2019 – la cifra più alta dal 2010 – con un aumento significativo dell’11% rispetto al 2018.
Negli Stati Uniti la National Highway Traffic Safety Administration (NHTSA) ha amministrato nel 2019 quasi 1.000
richiami di sicurezza che hanno interessato ben oltre 50 milioni di veicoli, con una media di oltre due richiami ogni giorno e facendo crescere il totale di 20 milioni di unità. Dei 966 richiami negli Stati Uniti lo scorso anno, 907 sono stati segnalati volontariamente e richiesti dalle Case automobilistiche e 57 sono stati avviati da NHTSA, a testimonianza di una maggiore attenzione alla sicurezza da parte dei costruttri.
Proprio questa tendenza ai richiami volontari – segnala AGCS – è uno dei principali fattori di aumento dei costi delle richieste di rimborso. Dall’analisi di quasi 400 richieste di richiamo nell’arco di cinque anni si conclude che il settore automobilistico è il più interessato a queste procedure, rappresentando oltre il 70% del valore di tutti gli indennizzi.
“Le automobili sono più complesse che mai, contando fino a 30mila parti diverse, e questa complessità aumenta i costi – afferma Daphne Ricken, Senior Liability Underwriter di AGCS . In passato, si poteva semplicemente regolare o sostituire una parte. Oggi occorre invece ricalibrare la tecnologia e i sensori del veicolo in modo che la parte funzioni, spendendo potenzialmente di più della parte sostituita. Tutto ciò aumenta i costi di reclamo e richiamo dell’auto”.
Lo studio Allianz Global Corporate & Specialty sottolinea che molti fornitori nel settore automobilistico sono specializzati, con una diversificazione che in altri settori è rara. I migliori fornitori servono solo l’industria automobilistica, il che significa che servono più Case costruttrici. Altri fornitori producono parti utilizzate nelle automobili ma non vendono direttamente al costruttore e lavorano anche con produttori non automotive.
“Questa complessità della catena di approvvigionamento rende la produzione automobilistica particolarmente esposta a cambiamenti o interruzioni – aggiunge Ricken – In molti casi, i componenti possono essere prodotti da uno solo dei fornitori, che serve l’intero settore, un aspetto che espone a maggiori rischi di accumulo”.
Di conseguenza, i richiami dei prodotti automobilistici sono diventati più grandi e più costosi nel tempo. Ne è un esempio il richiamo dell’airbag Takata, il più grande e complesso nella storia dell’industria automobilistica. Ha interessato da 60 a 70 milioni di auto in tutto il mondo, 19 diverse Case dal 2002 al 2015 e, secondo quanto riferito, ha provocato ferite a più di 300 passeggeri e ha causato la morte di 209 persone, con un costo stimato in oltre 24 miliardi di dollari.
La crescente complessità della tecnologia è un altro elemento determinante delle perdite del settore, a causa di fattori quali l’aumento dei tempi e delle tariffe di manodopera, la formazione specializzata dei riparatori e l’aumento dei prezzi dei ricambi.
Innovazioni come telecamere, sensori di manovra, navigazione GPS e Abs antibloccaggio – oltre alle più recenti generazioni di ADAS – aumentano la comodità e la sicurezza del conducente e dei passeggeri, ma anche i costi dei reclami.
Fonte www.repubblica.it